Ciao e buona domenica a te! Nelle terre alte ci stiamo giusto riprendendo dalla furia di Éowyn.
No, purtroppo non parlo della nobile guerriera del Signore degli Anelli, ma quella che si dice fosse la tempesta più forte ad abbattersi sul Regno Unito negli ultimi dieci anni.
Nelle Highlands i danni per fortuna non sono stati molti, è in realtà stata una giornata un po’ ventosa, ma niente fuori dalla norma per queste parti, nonostante tutti i mezzi di trasporto pubblico fossero stati sospesi.
Non sono stati così fortunati nella Central Belt, dove Éowyn ha scoperchiato tetti e fatto fin capottare mezzi pesanti e molto tristemente ha fatto saltare uno dei festival del whisky che mi sono piaciuti di più in assoluto, lo Scottish National Whisky Festival di Glasgow (che unisce whisky, musica e cibo), che verrà posticipato a data da definirsi.
A parte una brutta inzuppata con nevischio trasversale, noi ce la siamo passata piuttosto bene, e ci stiamo godendo il fine settimana - anche perché è un weekend speciale qui in Scozia.
Ieri infatti abbiamo celebrato Burns Night, ovvero la festa nazionale in onore del bardo Scozzese, Robert Burns.
In precedenza ho menzionato St Andrew, la festa del santo patrono scozzese che sì, è festa nazionale ma in realtà non è particolarmente sentita da queste parti. Quindi apriamo le danze con un dispaccio festivo.
And It Burns, Burns, Burns…
Se c’è una giornata che è scozzese che più scozzese non si può, è il 25 gennaio, data di nascita del poeta.
Se volete sapere di più sulla storia di Robert “Rabbie” Burns vi indirizzo a questo bellissimo blog.
Per riassumere il poeta, nato vicino ad Ayr nel 1759, nonostante abbia vissuto solo trentasette anni, riuscì a lasciare un’eredità letteraria non indifferente ai posteri nella sua breve carriera.
Di suo potreste aver sentito o visto per iscritto le parole del poema-canzone My heart's in the Highlands (che riproduco parzialmente qui sotto perché è tanto bello e perché dai, ci siamo col tema - per intero e con traduzione me la trovi qui).
My heart's in the Highlands, my heart is not here,
My heart's in the Highlands, a-chasing the deer;
Chasing the wild-deer, and following the roe,
My heart's in the Highlands, wherever I go.
Per chi è appassionato di whisky o ha lavorato in questo settore, Burns è noto per esser stato anche nella sua vita (per arrotondare forse?) un excise man, ovvero si occupava di tenere un occhio sulle tasse versate dalle distillerie sull’alcohol prodotto. Un po’ un lavoro infame, ma pagava e spero che un cicchetto o due in simpatia se li sia fatti durante i suoi anni nel ruolo.
Nei poemi e ballate di Burns c’è molto della Scozia e della sua cultura, e quindi Burns Night diventa anche un modo per festeggiare le tradizioni nazionali.
Visitando questo paese il 25 Gennaio, troverete menù ed eventi speciali in molti locali. Tanti però amano ancora festeggiare questo evento a casa, o con la propria comunità.
Di solito le celebrazioni includono musica tradizionale Scozzese, cornamuse, Haggis, whisky, poesia e balli.
Il piatto forte di una Burns Supper è haggis, neeps and tatties, meglio se conditi da una buona salsa al whisky. Se siete vegetariani o vegani, non vi preoccupate perché oggi si possono trovare molto facilmente delle versioni di haggis senza carne e alcune sono, devo, dire molto buone.
Prima di iniziare a mangiare, i commensali si radunano alla tavola e viene recitata la Selkirk Grace, una preghiera tradizionale.
Chi è provvisto di un piper all’occorrenza, può poi accompagnare l’ingresso in sala dell’haggis (ancora intatto) a ritmo di cormanusa.
Si viene poi alla recitazione dell’Address to a haggis*, uno dei poemi più popolari di Burns (il primo dei suoi ad essere pubblicato su un giornale, nel 1786), durante il quale l’haggis viene tagliato e aperto - per poi lasciare i commensali buttarsi sul piatto fumante. Lascio il video qui sotto per dare un’idea.
*Sotto vi metto il testo per intero - e qui trovate una bella traduzione in italiano (oltre che un bellissimo portale se volete conoscere di più il mondo del whisky!)
A questo segue il Toast to the Lassies (brindisi alle ragazze/donne) inizialmente nato come un modo per ringraziare chi all’epoca aveva preparato da mangiare, oggi per fortuna nella maggior parte dei casi c’è un po’ più di equità (o semplicemente sei al ristorante!) Questo è un discorso (meglio se in rima) scherzoso, scritto di solito da chi organizza la serata, o lasciato a chi è un oratore particolarmente brillante (anche se ieri sera chi di dovere si è fatto aiutare da Chat GPT…ed è sorprendentemente venuto anche abbastanza bene!) è un’ode scherzosa alle donne. Che poi possono rispondere a qualsiasi invettiva lanciata, nel Toast to the Laddies (ai ragazzi) a seguire.
Per conto mio, ho sempre avuto la fortuna di celebrare Burns Night sentendomi a casa. O con amici, caminetto, cibo cucinato in casa e tanta creatività sulle poesie, oppure ballando forsennatamente a un cèilidh speciale, oppure, come ieri sera, con la mia squadra di rugby tra kilt e tartan di famiglia appuntati ai vestiti, e dei brindisi eccellenti. Niente cèilidh però per noi, che siamo invece andati in un locale adibito a bar e sala giochi, a giocare a beer pong.
Che è anche la ragione per cui questo dispaccio è un po’ in ritardo rispetto al solito (quello e la finale degli Australian Open, ma sto divagando). Mea culpa.
Insomma, se ti capita, e se hai un gruppo di amici abbastanza ossessionato di Scozia, perché non organizzare una bella Burns Night l’anno prossimo? (e fare una scorpacciata di vecchi termini in lingua Scots?)
O magari hai già provato l’ebbrezza di assistere a un Address To Haggis vero e proprio? In tal caso, perché non condividere la tua esperienza nei commenti?
Address to a Haggis
(La pronuncia la trovate nel video qui sopra!)
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Fair fa' your honest, sonsie face, Great chieftain o' the pudding-race! Aboon them a' ye tak your place, Painch, tripe, or thairm : Weel are ye wordy o'a grace As lang's my arm. The groaning trencher there ye fill, Your hurdies like a distant hill, Your pin wad help to mend a mill In time o'need, While thro' your pores the dews distil Like amber bead. His knife see rustic Labour dight, An' cut you up wi' ready sleight, Trenching your gushing entrails bright, Like ony ditch; And then, O what a glorious sight, Warm-reekin', rich! Then, horn for horn, they stretch an' strive: Deil tak the hindmost! on they drive, Till a' their weel-swall'd kytes belyve Are bent like drums; Then auld Guidman, maist like to rive, Bethankit! hums. Is there that owre his French ragout Or olio that wad staw a sow, Or fricassee wad make her spew Wi' perfect sconner, Looks down wi' sneering, scornfu' view On sic a dinner? Poor devil! see him owre his trash, As feckless as wither'd rash, His spindle shank, a guid whip-lash; His nieve a nit; Thro' bloody flood or field to dash, O how unfit! But mark the Rustic, haggis-fed, The trembling earth resounds his tread. Clap in his walie nieve a blade, He'll mak it whissle; An' legs an' arms, an' heads will sned, Like taps o' thrissle. Ye Pow'rs, wha mak mankind your care, And dish them out their bill o' fare, Auld Scotland wants nae skinking ware That jaups in luggies; But, if ye wish her gratefu' prayer Gie her a haggis!
Whisky del mese 🥃
Visto che è da un po’ che non pubblico un Dispaccio Spiritato, ma penso che ci sia un bellissimo mondo nell’universo del whisky, ho deciso che una volta al mese dedicherò uno spazio a un whisky in particolare. Ma in modo molto informale, questo sarà un piccolo angolo bar tra amici in cui condividere impressioni, degustazioni e idee su questo meraviglioso distillato.
Questo weekend, parto da un whisky che amo tanto e che è stata la mia scelta per ieri sera.
Kilchoman è una delle nove distillerie di Islay, la prima ad essere fondata sull’isola in tempi moderni (nel 2005). La cosa bella è che come molte distillerie è partita dal sito di una fattoria, ma soprattutto è stata una delle piccole realtà indipendenti a dare una nuova ventata d’aria e innovazione alla produzione del whisky.
In quanto a produzione Kilchoman è piuttosto modesta (circa 500,000 litri all’anno, che comparandole con i 6.5 milioni di Caol Ila e 3.5 milioni di Bunnahabhain è decisamente un salto) ma c’è dell’arte nel whisky che producono. I cavalli di battaglia di questa distilleria sono sperimentazione e luogo. Infatti sono stati tra i primi a guardare da vicino l’impatto delle diverse varietà di orzo sul sapore del distillato, guardando alle differenze tra raccolti locali e non. Si sono anche concentrati su diversi tipi di lievito e introducendo botti non convenzionali nella maturazione (come sauternes e porto).
Kilchoman sta anche vicino a una spiaggia stupenda, di nome Machir Bay, dove nella mia prima escursione su Islay ho provato a piantare la tenda ma tirava un ventaccio della malora che mi ha fatto correre a chiedere un passaggio agli ultimi visitatori ancora parcheggiati vicino alla spiaggia.
Ad ogni modo, Kilchoman Sanaig - che prende il nome da un’insenatura a nord dell’isola - è forse uno dei miei whisky preferiti, e uno che ha aperto le porte al mio amore per il connubio tra sherry e torba.
Se avete presente l’aroma di bacon affumicato, bello croccante, magari con qualche goccia di sciroppo d’acero e cucinati in riva al mare, ecco questo è un po’ quello che per me racchiude questo whisky. Ha una vivace salinità che si accompagna benissimo all’affumicatura - è insieme dessert e tagliere di formaggi. E un po’ di spezie, incenso e mistero.
➡️ Se sei un nuovo abbonato e ti interessa il mondo del whisky, qui trovi i link ad alcuni dei Dispacci Spiritati degli scorsi mesi:
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!