Whisky davanti al focolare: cinque pub per scaldarvi l'anima
Luoghi spiritati che riscaldano la comunità
Se lo scorso dispaccio è stato concepito durante la festa del Santo patrono Scozzese, questo è figlio di Sant’Ambreus e, da milanese “born and bred”, è bello essere a casa in questo periodo in cui in città si accende l’atmosfera (quassù già prima di Halloween troneggiavano addobbi natalizi sugli scaffali, con una precocità equiparabile a un bebè che frequenta l’università).
Questa settimana voglio parlare di luoghi dell’anima, spazi della comunità, posti in cui mi sono sentita a casa e in connessione e comunione con gli abitanti del luogo.
Parliamo di pub, che in queste terre alte non sono solo “watering holes” (letteralmente abbeveratoi), come vengono talvolta chiamati, ma hanno quella funzione sociale e di luogo di ritrovo comparabile a quella del bar all’angolo. E ti danno uno spaccato di vita in questi luoghi più o meno remoti, anche se si è solo di passaggio.
Quindi oggi vi racconto dei pub che mi hanno lasciato un segno nel cuore, che mi hanno fatta sentire a casa.
(Le soluzioni ai problemi delle Highlands, a seguito del dispaccio di settimana scorsa, saranno nel prossimo dispaccio, perché preferisco riassorbire un po’ di Scozia prima, per farne un discorso più serio!).
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Cairn Hotel (Carrbridge)
Qualche tempo fa, andando a vedere le luci nel bosco a Carrbridge, in una giornata di neve e temperature sottozero, con un’amica abbiamo trovato rifugio dal freddo in un piccolo pub del villaggio.
Ad accoglierci, una volta entrate, una stanza in semiluce al centro del quale stava un tavolo da biliardo in pausa; seduti al bar, tre uomini sulla sessantina, i pochi capelli rimasti bianchi o coperti da una coppola, un mite border collie dagli occhi languidi che ci avvicina con riguardo, e il crepitio di un focolare tra le pareti di pietra.
Nella quiete di un pomeriggio d’inverno, il pub del Cairn hotel è una manna e il posto perfetto per gustare una cioccolata calda, e in cui chiedere se gli autobus oggi vanno nonostante i molti centimetri di neve sulle strade.
Dopo l’evento, lo stesso pub è il nostro rifugio dove riscaldarci (fuori si è scesi a meno sette), ma la scena è molto diversa quando ritorniamo: il bar si è trasformato, e riempito di vita, il focolare spento rimpiazzato dal calore umano e qualche birra. Il calmo vociare di prima rimpiazzato da un brusio concitato, e qualche urlo moderato (un po’ per l’ebbrezza, un po’ per chiamare i compaesani).
The Suie Bar (Kincraig)
Andiamo ora un pelo più a sud di Carrbridge, sempre sulla A9, ci inoltriamo nel Cairngorm National Park, di cui Kincraig è uno degli insediamenti più popolosi (dopo lo ski resort che è Aviemore).
Avete mai fatto un’ora di macchina per partecipare a una serata quiz? Quelle del Suie bar sono “leggendarie” e, complice il fatto che è in una zona bellissima, e che questo piccolo pub di fianco a un cottage in pietra ha un’atmosfera molto accogliente e casalinga (e una buona selezione di bevande analcoliche per i guidatori di turno), è sempre un piacere nel finesettimana sedersi vicino al caminetto e riscaldarsi con un gruppo di amici una domanda dopo l’altra.
Il Suie è uno di quei posti dove finisci quasi per forza per parlare con qualcuno che non hai mai visto prima. Dove il telefono lo lasci in macchina, e ricominci a parlare con qualche commensale. In più è un locale dog friendly dove perfino la mia belva feroce (più che altro rumorosa) è riuscita a trascorrere un paio di serate in tranquillità. Provare per credere.
McKays (Pitlochry)
Chi fa il giornalista, spesso non lo fa per soldi. Non siamo una categoria nota per i nostri introiti, specie se lavoriamo con la carta stampata (o parole scritte su un sito).
Ma oltre alle soddisfazioni professionali che può dare una storia o una campagna che può in qualche modo migliorare la vita di qualcuno, c’è un altro lato che non è affatto male: visitare nuovi luoghi e provare cose nuove per recensioni varie ed eventuali.
Così un paio di settimane fa sono finita al McKays di Pitlochry (sempre un po’ più a sud, appena usciti dal Cairngorms National Park). è un hotel e ristorante (e anche Fish&Chips shop) a pochi passi dalla stazione. Sembra un po’ uno di quegli edifici di età Elisabettiana, bianco di muri e nero-marrone scuro sulle travi e strutture portanti.
L’interno è un po’ taverna, in cui uno potrebbe aspettarsi qualche hobbit a ballare sui tavoli, un po’ lounge, molto spazioso e con una bella stufa a legna di quelle potenti, che riscalda una sezione del locale.
Anche qui i pub quiz sono di un certo livello e da aspettarsi spesso sono eventi e musica dal vivo.
Qui, oltre ai cocktail e il cibo molto goduriosi, servono anche una varietà di hot toddies (bevande fatte con whisky e acqua calda speziata, una sorta di tè alcolico) che sono un toccasana per la gola e se si ha mangiato troppo (un buon sostituto, caldo, dell’amaro dopocena).
Anche se questo è un pub ben più turistico dei precedenti (Pitlochry è una località abbastanza gettonata da visitatori locali e internazionali ed essendo un hotel ovviamente c’è anche una buona dose di residenti tra gli avventori). Ma ha un suo tocco un po’ matto, con attrezzi agricoli di tempi passati che riempiono il soffitto, e quell’atmosfera da osteria sgrezzata.
The Bandstand (Nairn)
Nairn è una cittadina accoccolata sulle sponde del Moray Firth, alla foce del fiume che le da il nome. Da molti decenni (secoli più correttamente) è nota come una località di turismo marittimo, e nell’800 erano in molti ad essere attratti dalle sue bianche e chilometriche spiaggie e un microclima molto mite per rimettersi in sesto quando avevano problemi di salute.
Sulla piana erbosa dei Links, davanti alla spiaggia centrale, si erge un gazebo/palco che è uno dei simboli di Nairn - the bandstand.
Questo è anche il nome dato a un pub-ristorante che sta a pochi passi da questo unico skyline.
All’interno, The Bandstand è un pub in classico stile britannico, con tavoloni in legno e diverse birre alla spina che la fanno da protagoniste al bancone del bar.
Se durante la settimana questo è un ottimo posto dove mangiare un boccone vista mare, nelle serate del weekend l’atmosfera si accende con un ricco programma musicale. Una delle serate più amate dai locali è la domenica, con le sue serate Open Mic. Anche se un caminetto non ce l’ha, questo è un pub e un abbraccio, e un .luogo di ritrovo per chiunque nella zona sia appassionato di musica…e buona birra.
MacGregor’s Bar (Inverness)
Parlando di musica, c’è un pub a Inverness che è stato fondato proprio da un noto musicista, il violinista Bruce MacGregor.
Questo è il primo pub dove sono capitata qui a Inverness, dopo il mio colloquio all’Inverness Courier. Ancora ricordo la sensazione di godersi una pinta e un buon boccone sotto il sole di Maggio, l’eccitazione di una nuova opportunità, un nuovo capitolo.
In Inverno MacGregors è un accogliente hub per musicisti della zona, e chi vuole assistere a una session di musica tradizionale Scozzese qui ha molte possibilità di trovare ciò che cerca.
Buona la selezione di whisky e le tavolatone in legno di inverno fanno molto rifugio alpino.
Jolly Judge (Edinburgh)
Dulcis in fundo, un pub che ha un posto speciale nel mio cuore.
Il Jolly Judge è un piccolo rifugio dalle folle del Royal Mile, a pochi passi dal castello.
Qui è dove, dopo un turno alla Scotch Whisky Experience, ci ritrovavamo tra colleghi e amici per rilassarci, goderci quest’atmosfera raccolta, provare whisky particolari che non figuravano tra i molti a nostra disposizione.
Quando ti trasferisci in un luogo dove non conosci nessuno, avere un angolo di socializzazione come questo è importante, confortante.
È un pub piccolissimo, il monolocale della categoria se vogliamo, ma ha una meravigliosa atmosfera languida e di altri tempi.
E ovviamente, un bellissimo caminetto sfrigolante.
Consiglio della settimana 🎼
Questa settimana, per collegarmi a questa lista, il mio consiglio è un ascolto dei mitici Blazin’ Fiddles.
Mettete su una compilation, tirate fuori un whisky e qualche spezia, fatevi un Hot Toddy (qui trovate una bella ricettina) e ballate fino a che vi reggono i piedi, e i polmoni.
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!