Ciao e buon weekend!
L’inverno si è finalmente abbattuto sulle Highlands in tutta la sua bellezza. Temperature principalmente sotto zero (-9 a Inveness ieri sera, -19 ad Altnaharra nell’estremo nord, il gennaio più freddo degli ultimi 15 anni), respiri condensati che nuotano nell’aria come piccoli fantasmi, il pavimento di erba e foglie che diventa prima croccante e poi soffice sotto uno strato di neve ghiacciata. I panorami invernali più belli che abbia visto da quando mi sono trasferita, così belli che il freddo quasi non si sente.
Questa è anche la stagione in cui non posso evitare di riconsiderare le capacità e i limiti del corpo umano, quel periodo in cui, più che mai, tutto appare relativo.
Parlo soprattutto della resistenza al freddo dei locali. Uscendo di casa bella coperta e felice in vari strati di vestiario, un bel cappello e sciarpa addosso, vedere chi, come me, sta portando a spasso il cane ma è in felpa e shorts (!) ovviamente mi spinge a chiedermi se forse non sia io ad esagerare con il concetto di ‘vestirsi a cipolla’.
Ma ci si adatta a tutto e questa sopravvivenza è dovuta a tre fattori fondamentali: acclimatamento graduale, correre intorno come un cane impazzito quando il freddo si sente troppo e una buona (ma sempre responsabile!) dose di whisky.
Ma infondo questi panorami mi fanno tornare anche un po’ bambina: mangiare i fiocchi mentre cadono, correre e rotolarsi nella neve fresca con il cane, scendere giù dalle colline in slittino, sentire la bellezza di muoversi in questo freddo secco, e la bellezza di tornare a casa e prepararsi una cioccolata o polenta e formaggio. Mi sembra di essere tornata alle montagne, e per me è sempre un posto felice.
Come sta andando il tuo gennaio? Stai rispettando i tuoi buoni propositi o magari hai un viaggio in Scozia in piano per il 2025? Scrivimi i tuoi programmi nei commenti :)
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Linci in libertà nel Cairngorms National Park
Passeggiare e campeggiare nelle Highlands (e in Scozia in generale) mi ha sempre portato un senso di leggerezza e libertà, non solo per questa meravigliosa peculiarità di avere un codice che garantisce l’accesso e il bivacco praticamente ovunque (leggi qui se vuoi approfondire), ma soprattutto perché addentrandoci anche nelle zone più remote, il paese è quasi completamente libero da predatori che possono nuocere all’uomo.
Si, ho scoperto che qualche serpentello ogni tanto d’estate tra erba alta e rocce si aggira, ma essendo abituata a climi dove sono molto più a loro agio, è l’antitesi naturale dell’Australia. Niente ragni malavitosi, niente lupi od orsi con cui potremmo fare uno spiacevole incontro, seppur improbabile. Nulla. Si va tranquilli.
Per questo quando l’altra sera la radio dava notizia di due linci avvistate nella zona di Kingussie (a sud di Aviemore), in libertà. Il primo pensiero va ovviamente a una fuga dall’Highland Wildlife Park lì vicino, da cui quasi esattamente un anno fa era fuggito un macaco. Questa fuga era finita anche sulle testate nazionali e penso in qualche servizio in giro per il mondo, e aveva tenuto tutti con il fiato sospeso. Ma tra una scimmia e due gattoni, c’è un po’ di differenza.
L’allarme è dato dalla polizia mercoledì, con la pubblicazione di un comunicato che avvertiva dell’avvistamento delle linci e di non avvicinarsi a questi felini, ma di aiutare le autorità a ritrovarle. Si scopre dunque che questi non sono esemplari scappati dal parco, ma si sospetta un rilascio in natura ‘indipendente’ - e anche parecchio illegale.
E qui va fatta una piccola digressione. Come ho accennato, in Scozia non vi sono più grandi predatori: linci e lupi sono stati cacciati fino all’estinzione da diversi secoli. Eppure sono in realtà una parte importante degli sforzi di reintrodurre zone boschive in Scozia (la riforestazione e reintroduzione di determinate specie sono un argomento molto importante tra le tematiche ambientali, che sarebbe bello approfondire in una newsletter apposita in futuro - ti interesserebbe?).
Facendola molto breve: in Scozia ci sono troppi cervi, che non hanno predatori naturali. Popolazioni troppo alte di cervi danneggiano le piante in un determinato ambiente senza dare abbastanza tempo alle piante stesse di rigenerarsi. Insomma è un po’ un circolo vizioso e ad oggi i numeri di cervi vengono ‘controllati’ tramite recinzioni e culling, ovvero tramite programmi per abbatterne un determinato numero ogni anno.
Diverse campagne e attivisti negli ultimi anni stanno portando avanti campagne per la reintroduzione graduale della lince, che sarebbe tra i predatori naturali del cervo e di altri animali. Si parla sempre però di proposte mirate ad ottenere il miglior benessere animale e il minor impatto sulla popolazione locale.
Ovviamente molti si sono detti contrari alla reintroduzione di un predatore simile nelle Highlands, in primis gli allevatori.
Quindi queste campagne sono andate avanti per anni senza ottenere un risultato positivo per chi invece è favorevole a riportare le linci nel nord della Scozia.
La pista quindi è quella di un attivista indipendente che ha deciso di prendere la questione nelle proprie mani e liberare degli esemplari, bypassando tutti i controlli.
La buona notizia è che le prime due linci sono state catturate e dopo un periodo di quarantena verranno portate allo zoo di Edimburgo.
La notizia meno buona è che altre due sono state avvistate (e poi catturate anche loro) e che gli esperti non escludono che ci siano altri esemplari in giro.
Notizia ancora più brutta è triste è che una delle linci è morta durante la notte (non si sa ancora per quale motivo).
A seguito di questo annuncio, un’esperta dell’Highland Wildlife Park - che ha prestato alcuni esperti alle ricerche - ha condannato questo rilascio in natura senza preparazione di animali abituati a un ambiente controllato, quasi domestico.
Fuoco propizio a Burghead
Dopo circa cinque anni di appuntamenti mancati, finalmente sono riuscita ad andare a Burghead per l’11 gennaio, data in cui la comunità festeggia il burning of the clavie.
Questo è uno dei molti riti che in Scozia sono ancora molto sentiti, per propiziare il passaggio di anni e stagioni con oggetti infuocati. Uno dei più conosciuti è l’Up Helly Aa a Lerwick (Shetland) ma altri molto belli sono ad esempio il festival di Beltane a Edimburgo o le Fireballs di Stonehaven.
Il clavie è una botte in cui vengono posti pezzi di legno e catrame a cui viene dato fuoco e che viene poi trasportato a mano da un gruppo di pescatori che si danno il turno, percorrendo le varie strade del villaggio di Burghead. Una processione segue il percorso del clavie, che si ferma davanti a case di locali per donare a locali una delle doghe ancora incandescenti in segno di buon auspicio per il 2025.
Il clavie viene poi lasciato bruciare completamente una volta raggiunta la collina, con un vero e proprio falò che ieri sera si stagliava su un cielo cristallino, sulle spiagge del Moray Firth (con una folla di molte persone a farsi forza e caldo nella sera a sette gradi sottozero).
Un atmosfera carica, il calore del fuoco nella notte ghiacciata, un assembramento di sconosciuti che vengono sia dalla zona che da più lontano. È una tradizione che va avanti da secoli, non si sa se risale ai Pitti o ai romani (è stata spostata all’11 gennaio solo con l’introduzione del nuovo calendario attorno a 1750) ed è stato bello vederlo per la prima volta sotto una notte stellata d’inverno.
Consiglio della settimana 📖
Se ti interessa il dibattito attorno a iniziative di restaurazione delle foreste e delle specie native alla Scozia, e un po’ di informazioni sul perché i paesaggi che noi romanticizziamo come ‘selvaggi’ in realtà sono il prodotto dell’azione umana, questo libro è molto molto bello e interessante (temo non sia stato tradotto in italiano ma scovo la traduzione ti faccio sapere):
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!