Buongiorno e buona domenica! Questo è il secondo dispaccio inviato dall’Italia e non dalle terre scozzesi, quindi gli ingredienti sono un po’ diversi dal solito (sole, mare, vino, giri in moto, Sciascia e mamma che inforna i biscotti, vorrei poter imbottigliare questo profumino!).
In una delle mie poche pause a casa non potevano non dare Braveheart alla tv, il classicone cinematografico che narra le gesta di William Wallace e la lotta per l’indipendenza scozzese dall’Inghilterra. Un film che a molti fa palpitare il cuore per la Scozia ma che alla maggior parte di scozzesi che ho incontrato durante gli anni fa invece venire l’orticaria. Ascoltandolo per la primissima volta in lingua originale, con Mel Gibson che (s)tenta un accento scozzese e le varie inaccuratezze storiche, posso capire un po’ il perchè. Ad ogni modo, ci hanno dato questa scena iconica e quindi un po’ li perdoniamo. Forse.
Non dire ‘Munro’ se non l’hai nel sacco
In questo piccolo dispaccio itinerante di fine estate, complice l’atmosfera vacanziera, voglio parlarvi di quello che è quasi considerato uno sport nazionale. No, non il curling, e nemmeno lanciare tronchi in aria: oggi parliamo di “munro bagging.”
Questa pratica letteralmente significa ‘mettere i Munro in saccoccia’, ovvero scalare il maggior numero di Munros possibile. E tu dirai, chi è questo Munro?
Con Munro si identificano tutte le montagne scozzesi più alte di 3000 piedi (circa 915 metri, molto modeste rispetto alle nostre Alpi).
In tutto il paese ce ne sono 283, i più alti delle quali sono Ben Nevis (1345m), vicino a Fort William, Ben Macdui (1309m) nel Cairngorms National Park e, ad ovest di quest’ultimo, Braeriach (1296m).
Il nome deriva da Sir Hugh Munro, che per primo stilò una lista di queste vette, pubblicata nella rivista dello Scottish Mountaineering Club nel 1891.
Un’attività popolare tra gli scozzesi è cercare di scalarli tutti, “collezionandone” i picchi.
Il primo a completare l’impresa fu un tale Rev A E Robertson, nel 1901. A quanto pare Hugh Munro non riuscì mai a completare la lista, ma sicuramente ha dato piede a un passatempo amato da molti scozzesi e visitatori: più di 7500 persone ad oggi hanno ufficialmente scalato tutti i Munros.
In questo frangente, scalatrici provenienti da Inverness hanno stabilito alcuni record negli ultimi anni: a marzo 2024 la 34enne Anna Wells è stata la prima donna a scalare tutti i munros in inverno, e nel 2022 Quinn Young (cognome adattissimo) è diventata la più giovane a completare la lista, a soli 10 anni.
Tra i vari Munro che si trovano in Scozia (qui trovate una pratica mappa) ve ne sono di vari tipi e difficoltà, il che permette anche ai meno avvezzi alle avventure montane di affrontarne qualcuno e godersi i meravigliosi paesaggi dalla cima.
In Scozia, montagne e colline tra i 3000 e i 2500 piedi (915-760 metri circa) vengono chiamate Corbett (da John Rooke Corbett) e quelle tra i 2500 e i 2000 (760-610m) vengono chiamate Graham (in memoria della scalatrice Fiona Torbet, il cui cognome da nubile era Graham). Ci sono 222 Corbetts e 219 Grahams sul territorio.
Anche se molti non sono solo per gli scalatori esperti, spesso si trovano scalatori improvvisati che decidono di intraprendere questi percorsi senza l’equipaggiamento adatto (si, c’è gente che vuole farsele in infradito), senza una mappa di riferimento o sottovalutando le condizioni climatiche.
Sono dei luoghi stupendi da visitare ma è importantissimo fare un po’ di ricerca ed informarsi sulla difficoltà del percorso, il tipo di terreno, tempi di percorrenza e condizioni meteo prima di avventurarsi su queste alture. Senza preparazione, si rischia grosso e i team di soccorso in Scozia sono purtroppo chiamati abbastanza di frequente.
Il mio primo (e finora, credo, unico!) Munro è stato Cairn Gorm. Il giorno prima ero andata al colloquio per diventare reporter all’Inverness Courier, vestita per l’occasione ma con il mio bello zainetto da montagna in spalla. Devo aver fatto una buona impressione o un po’ pena, fatto sta che mi hanno presa.
Per festeggiare un buon colloquio il giorno dopo mi sono recata in un ostello ad Aviemore e seguito il sentiero che porta in cima a Cairn Gorm, la sesta vetta più alta di Scozia. Mi ricordo il sole di una tiepida giornata di maggio (per gli standard locali) e i meravigliosi scorci sul Cairngorms National park, una delle mete sciistiche piu gettonate. Un incontro con un signore sulla settantina che andava su come un camoscio, la leggerezza dell’aver raggiunto la vetta.
Completare i Munros è ad oggi un’attività molto popolare. Virtualmente gratuita (contando un investimento in un buon paio di scarponi e spesso in benzina per la macchina, ma ci sono anche scalate raggiungibili con i mezzi pubblici) è un modo per esplorare zone remote, visitare nuovi luoghi, e tenersi in forma. Sopratutto dopo la pandemia, gli abitanti della Scozia, già culturalmente avvezzi a immergersi nella natura (venga vento o pioggia), hanno sicuramente sentito una rinnovata chiamata alle vette e agli spazi fuori dalle città.
E quindi perchè non armarsi di mappe e dell’equipaggiamento giusto e partire per un’avventura?
Magari facendosi un cicchetto di whisky una volta raggiunta la vetta per festeggiare.
Sei mai stat* su un Munro o vorresti andarci? Raccontami la tua esperienza!
Come sempre, buona domenica e Sláinte!