Il lato oscuro del whisky 🥃
Nella botte piccola c'è il whisky buono - ma quando le botti sono troppe occhio agli imbogli
Ciao e buona domenica!
Devo, ahimè, cominciare questo dispaccio con delle scuse, perché è in ritardo di una settimana. Per la prima volta in quasi un anno ha vinto la stanchezza. Dopo una settimana di lavoro pesantino e straordinari in fila indiana, con due turni di sabato inclusi (uno pagato, l’altro no), ho dovuto disconnettere dagli schermi. Anche perché piuttosto che mandare un “dispacciaccio” scritto male, raffazzonato, con gli occhi che si chiudono a intermittenza, meglio uno in meno no?
In tutto questo, la primavera è arrivata in tutta la sua potenza. Svegliarsi la mattina e camminare nei boschi è una medicina, respirare a pieni polmoni quell’aroma di legno bagnato e muschio e terra fresca dopo una notte di pioggia è una benedizione. E, avendo un cane molto curioso che procede a passo di lumaca, perché deve annusare ogni angolo e filo d’erba, anche io traggo i benefici del soffermarmi sugli aromi e sui dettagli che passano via troppo in fretta quando ci lasciamo prendere dalla frenesia della quotidianità.
Sarò onesta: in realtà avevo in mente un dispaccio completamente diverso fino a 24 ore fa. Avevo iniziato a scriverlo in settimana, in qualche modo era forse anche a buon punto.
Poi è uscito un documentario, una serie di notizie che lo hanno seguito…e ho pensato che forse l’altro dispaccio può aspettare la prossima puntata. Perché quest’altro tema secondo me ha (nel piccolo di questa newsletter) anche una piccola volontà di servizio pubblico che spero possa in qualche modo aiutare chi potrebbe essere interessato da questo problema (lascio un bottone da cliccare per condividere qui sotto in caso potesse servire!).
Quindi oggi vi parlo di whisky, ma in un’altra salsa, una che decisamente può lasciare un sapore amaro.
Vai con la sigla (rubo questa bella playlist trovata su Spotify per mettervi nel mood, si parla soprattutto di whiskEy americano ma ci sono delle gemme, ed è quello che ascolto mentre scrivo quindi se vuoi una lettura immersiva vera e propria, schiaccia play).
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Frodi sotto spirito
Un fatto molto divertente sulla Scozia, è che sui suoi quasi 78,000 km² di superficie si trovano più botti di whisky in maturazione (circa 22 milioni, probabilmente di più) che abitanti (circa 5 milioni e mezzo). Quattro botti per ciascun abitante. Mica male, penserai, specie se i fumi di quel nettare in maturazione si perdono nell’aria.
Qui si dice che il whisky che evapora nell’aria negli anni se la prendono gli angeli - the Angel’s Share (che per altro è anche un bel film che però mi tengo come carta per un prossimo dispaccio).
L’industria del whisky è anche cresciuta in modo mostruoso dal 2000 in poi.
Nel 2024, 44 bottiglie di whisky vengono spedite ogni secondo dalla Scozia verso altri mercati — 1.4 miliardi all’anno. Parlando di contributo economico, l’industria del whisky contribuisce £7.1 miliardi all’anno in valore aggiunto lordo all’economia del Regno Unito.1 Negli ultimi 10 anni, hanno aperto 37 nuove distillerie e varie nuove sono in fase di pianificazione.
Il valore e l’attrattiva del settore sono esplose. Se collezionisti ed investitori sono sempre esistiti nel settore, il numero di compagnie che si occupano di investimenti nel settore e di cask brokers sono aumentati con il crescente successo dell’industria del whisky. Sempre più persone e gruppi considerano comprare una o più botti come un investimento a lungo termine, talvolta perché appassionati, o per un ritorno economico.
E, dove c’è odore di affari, arrivano anche gli sciacalli.
Da diversi anni gli esperti ed amanti veri dell’industria consigliano di raddrizzare le antenne sulla genuinità di alcune compagnie e investimenti. Soprattutto quando di mezzo ci sono cose che al mio naso come gli NFT (non-fungible token, leggi qui se, come per me, questo termine è abbastanza oscuro). Per carità, le mie conoscenze nel settore finanziario sono probabilmente paragonabili a quelle di Winnie the Pooh, chiamatemi pure retrograda. Ma l’idea di pagare anche fior di soldi per qualcosa di intangibile mi pare facilmente sfruttabile da chiunque abbia un minimo di spirito di imprenditorialità e zero remore morali.
Per dire che non si parla di briciole - Macallan nel 2021 ha venduto una botte di un whisky di 30 anni per la modica cifra di $2.3 milioni (oltre due milioni in euro).
Quindi, le antenne si sono drizzate con l’avvento di questi metodi. Ma anche classici investimenti in botti si sono fatti sempre più prominenti sul mercato. La quantità di pubblicità che mi appaiono sui social media che mi propongono un investimento in whisky sono abbastanza snervanti. Un po’ perché come ormai è legge nel mondo del marketing ogni opportunità è venduta come UNICA e IRRIPETIBILE (ma anche no) e poi perché faccio la giornalista e quei soldi non li vedrò mai a meno che non vinca un bel premio alla lotteria.
Ma la cosa preoccupante è che se sempre più compagnie di investimento sono apparse sull’orizzonte del settore, alcune sono operazioni fraudolente fino all’osso.
E qui entra in gioco un mio mito — Samantha Poling, una reporter investigativa scozzese di ci vorrei avere un santino in camera (e forse me lo stampo una volta che ho finito di scrivere questa missiva).
Sam lavora per la BBC e le sue indagini sono sempre un piacere da vedere. Il suo ultimo documentario — parte della serie Disclosure — si intitola Hunting the Whisky Bandits e smaschera diverse compagnie di questo tipo che hanno truffato i propri clienti. (Se hai un VPN guardalo perché merita, ed è anche disponibile in formato podcast qui).
Nella maggior parte dei casi, le vittime di questi raggiri pagavano somme non irrisorie (da £10,000 a oltre £100,000) a questi broker che in teoria erano volti all’acquisto di botti di whisky.
Da una parte, dato il lungo periodo per cui può maturare il whisky, e i prezzi correnti per spiriti maturati per diversi anni o decenni, non è una cattiva idea metterci qualche soldo.
L’unico problema è quando le regole di mercato sono labili o inesistenti, e quei soldi finiscono nelle mani sbagliate, le botti in realtà non esistono e i risparmi di una vita spariscono nel nulla.
Nel programma Sam intervista diverse vittime di queste truffe. Tra di loro anche Jay Evans, che aveva deciso di effettuare questo investimento quando ha scoperto di essere malata terminale di cancro. I soldi spesi dovevano essere un aiuto finanziario per sua moglie dopo la sua morte.
Dopo aver investito £76,000 con una compagnia di nome Whisky Scotland, i cui rappresentanti avevano presente la storia personale di Jay, la compagnia è poi sparita nel nulla con i suoi soldi, e quelli di molti altri clienti.
Le testimonianze delle vittime di queste truffe sono il collante dell’inchiesta, e cerca di fare luce dietro a queste compagnie, in alcuni casi con risultati molto sconcertanti.
L’esempio più eclatante è quello di Cask Whisky Ltd, il cui direttore operava sotto il nome di Craig Arch - ma il cui vero nome era in realtà Craig Brooks, un truffatore che nel 2019 aveva raggirato 350 persone convincendole ad investire in crediti carbone e terre rare per un valore di circa £6.2 milioni. E perché gli era stato vietato di operare come direttore, aveva usato il nome della sua fidanzata al posto del suo, e poi quello del suocero per aprirne una nuova Cask Spirits Global Ltd.
Un’altra compagnia, Vintage Whisky, aveva costruito la propria immagine pubblica online usando solo attori. Solo il ragazzo raffigurato a sinistra, tale Casey Alexander, è un’identità reale. Sul sito gli attori venivano identificati con varie posizioni all’interno dell’azienda, inclusi alcuni video promozionali.

Molte di queste scoperte, Samantha Poling le ha fatte attraverso l’uso di un software per il riconoscimento facciale.
Senza fare ulteriori spoiler, ovviamente questa situazione deve essere preoccupante per i rappresentanti dell’industria. Anche se ci sono molte aziende che operano nell’assoluta legalità e trasparenza e che fanno bene il proprio lavoro, il fatto che queste truffe riescano spesso ad essere portate a termine (e senza possibilità delle vittime di recuperare il denaro perduto) è un grosso problema.
Da diversi anni esperti del settore cercano di rendere pubblico il rischio di questi investimenti e l’uso di pratiche poco trasparenti da parte di alcune aziende.
Insomma, come in qualsiasi investimento, occorre fare bene, anzi benissimo, le proprie ricerche. La Scotch Whisky Association qui ha pubblicato una serie di consigli e linee guida per potersi proteggere da questi raggiri (è in inglese ma potete usare Google Translate).
Per quanto il whisky sia ancora in crescita come settore, il timore è quello che ci si stia avvicinando alla “rottura della bolla” di questo boom. La riprova è che già alcune distillerie (Macmyra in Svezia e Glenglassaugh, sulla costa nort est della Scozia, hanno cominciato ad avere periodi difficili economicamente).
Un altro trend che non avevo ancora visto è che quest’anno un sindacato con membri che lavorano nel settore dei whisky (GMB Union con gli impiegati di Inver House - la compagnia proprietaria di Old Pulteney, Balblair e Speyburn - e quelli di Whyte&Mackay - Dalmore, Jura e Tamnavoulin) hanno deciso di indire scioperi nelle varie distillerie.
Quindi, se tu o qualcuno che conosci intende investire in bottiglie o botti di whisky, fate attenzione: cercate recensioni sulla compagnia, internet è vostro amico per ricercare nomi (e foto) di chi si interfaccia con voi. Cercate informazioni da fonti che non siano della compagnia (se state trattando con una compagnia basata nel Regno Unito, Companies House è una risorsa bellissima per verificare finanze e figure di rilievo).
Ma sopratutto, una delle cose più belle dell’industria del whisky è la passione che in tantici mettono nel condividere questo stupendo spirito. Chiedete agli appassionati (ad esempio Whisky Club Italia ma in giro ci sono un sacco di nerd del whisky) che vi sapranno aiutare ed indirizzare verso chi ha conoscienze e reputazione per poter aiutare a districarsi in questo mondo complicato.
Oppure perchè no, compra una bottiglia di un buono Scotch, aprila, gustatela e goditela, che è la cosa per cui è nato.
Consiglio della settimana 🪗
Per risollevare il morale dopo un dispaccio spiritato ma un po’ più serio del solito, concludo con una piccola perla d questo mese.
Qualche settimana fa a un evento ci siamo trovati davanti questo menestrello fuori dalle corde. Energia da vendere, matto come un cavallo, RuMac (che è anche andato a Britain’s Got Talent) è le bollicine e lo zucchero nella tua bibita gassata. Guardati qualcuno dei sui video (e magari beccatelo dal vivo se vieni da queste parti) se hai bisogno di un sorriso e un po’ di pepe scozzese nella tua settimana.
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!