Sottosopra: 8 piccole grandi differenze della vita in Scozia
Dalle regole sulla vendita di alcolici a colorate pratiche culturali, alcune piccole cose su cui mi sono dovuta reinventare vivendo a Nord del Vallo di Adriano
C’è una grande differenza tra visitare (anche di frequente) un paese e viverci in pianta stabile: la cosa che amo molto della seconda opzione è che, come Shrek o una cipolla, col tempo ci si può immergere nel ritmo di vita e nella cultura locali, piano piano sfogliarne le varie sfaccettature, e arrivarne più vicino al cuore.
L’altra faccia della medaglia è che spesso, anche in un paese abbastanza vicino alla nostra cultura come la Scozia rispetto ad altri, alcune parti della vita quotidiana sono inevitabilmente diverse, e bisogna adattarsi a un nuovo contesto, nel bene e nel male.
Oggi quindi, in questo luglio che è tanto uggioso da sembrare ottobre, parliamo di alcune piccole grandi differenze che ho trovato nella mia nuova vita in Scozia.
Un piumino è per sempre
Avete presente le molte ore passate verso Aprile-Maggio a fare il cambio degli armadi, la continua necessità di dover cambiare il piumino per un lenzuolino leggero? Non pervenuti, qui nelle Highlands.
Soprattutto quest’anno, il clima non si presta a grandi cambiamenti: gli inverni non sono troppo gelidi (se non partono le folate di vento bastardo sul coppino!) e le estati non troppo calde, mai.
Quindi le pulizie di primavera qui in realtà non esistono. L’anno è cadenzato in maniera diversa perché il clima permette di non morire di caldo ad agosto.
Non ho vestiti leggeri per la stagione estiva, o almeno ne ho pochi. Semplicemente si usano un po’ meno strati.
Anche se i locali appena vedono un raggio di sole, sono subito in bikini o shorts e canotta. Tutti. Anche se fuori ci sono trai i 5 e 10 gradi.
Quindi è luglio e io ancora ogni tanto mi metto le calze per andare a dormire. Ma non ho bisogno di varie opzioni per il piumino, uno è per sempre (almeno fino al prossimo lavaggio).
Lascia a casa l’ombrello
Sulla cavalcata meteo, un oggetto che ho smesso di usare è l’ombrello.
Non perché manchi il rinfresco dai cieli, le dolci gocce di pioggia…assolutamente di quelle ne abbiamo in abbondanza. Il problema è che, almeno rispetto a Milano, che è grosso modo il mio metro di paragone, la Scozia è generalmente piuttosto ventosa.
Sarà che ho sempre vissuto in località piuttosto vicine alla costa, ma se la prima volta che compri un ombrello e lo usi ti si rivolta rompendosi a causa delle folate di vento, un po’ di scoraggiamento viene.
Vuol dire anche dover stare attenti alla moto che cade anche se è in un luogo non troppo esposto, e diverse volte all’anno ritrovarsi con alberi caduti a terra o in strada.
Ma, grazie a questo vento, il brutto tempo non dura mai troppo.
E infondo, citando il Big Yin Billy Connolly:
“There’s no such thing as bad weather – only the wrong clothes.”
Ovvero: “il brutto tempo non esiste, solo gli indumenti sbagliati.”
Ecco una piccola canzone adatta al tema:
Niente spesa al mattino se vuoi un po’ di vino
Mi ritengo una persona mattiniera. Senza alzarmi alle 5 del mattino ma sono molto più produttiva prima di mezzogiorno (poi soccombo alla fame e ai carboidrati).
Insomma, mi è capitato di uscire e andare a fare la spesa verso le 8 del mattino. Magari hai un giorno libero e hai voglia di metter su un bel ragù per le lasagne, oppure sai che a pranzo o a cena avrai voglia di un buon bicchiere di rosso.
E qui parte l’inghippo, con cui mi sono scontrata più volte prima che mi entrasse in testa: in Scozia nei negozi e supermercati, l’alcol si può comprare solo tra le 10 del mattino e le 10 di sera.
Una nota di contesto: la Scozia, come molti sapranno ha un grosso problema con l’alcolismo. Gli ultimi dati dicono che circa 10 persone muoiono per cause legate all’alcol nel paese, circa 2,800 l’anno. In Italia le morti sono molte di più, circa 17.000 all’anno, con la differenza che la popolazione in Italia è di circa 59 milioni, in Scozia appena sopra i 5. In generale lo si vede dalle serate fuori: qui è pratica regolare iniziare a bere a casa (i famigerati pre-drinks) per uscire a bere ancora di più. Ci si ubriaca male a matrimoni, veglie, a natale in famiglia…non è molto praticata la via di mezzo di uscire con amici per bere un bicchiere o due, magari con un pasto.
Giusto ieri sera mi sono sorpresa di esser stata invitata a una serata tra amici…molto sobria, con un paio di bicchieri di vino, pizza fatta in casa (con lievito madre proprio) e anche sidro fatto in casa. È un’eccezione più che una norma.
Per questo ci sono un sacco di regole e leggi introdotte dal governo per cercare di contenere questa piaga dilagante.
Oltre alle vendite nei negozi, i prezzi degli alcolici in Scozia sono più alti che, ad esempio, in Inghilterra, a causa del minimum unit pricing, un prezzo minimo imposto sulle bevande alcoliche in base alla percentuale di volume alcolico, introdotta nel 2020 (e alzata quest’anno) per evitare che fosse troppo economico e cercare di dissuadere chi ha problemi di alcolismo.
Da ottobre il prezzo minimo per una bottiglia di vino rosso sarà circa £6 (appena più di 7 euri) e £18.20 per una bottiglia di whisky.
Un’altra cosa che mi incomoda un po’ è l’assenza più assoluta di alcol gastronomico od ogni forma di alcol oltre il 60 per cento di volume (che per i motivi di cui sopra costa parecchio). Quindi addio piani di fare dei liquori fatti in casa & co.
Sono anche incredibilmente più rigidi per quanto riguarda la vendita ai minori. Avendo lavorato in un negozio di whisky, alle volte dovevamo rifiutare anche casi in cui genuinamente i ragazzi stavano comprando una bottiglia per i genitori, che erano dietro l’angolo, o assolutamente se c’era il minimo sospetto che stessero comprando per loro…nisba.
Il prosecco “è donna”
Una piccola parentesi su questo tratto culturale del Regno Unito che mi incuriosisce molto. La mia famiglia paterna ha radici in Trentino, quasi al confine con il Veneto, a due passi dalla regione del prosecco. Sono cresciuta vendendo tutti berlo piacevolmente e senza distinzione di genere.
In Scozia e in UK in generale, il prosecco (quello venduto qui è spesso di dubbia origine e dalla saccarinità spiacevole), è considerato una “bevanda per donne”.
A prescindere dalla mia avversione per questo concetto (da amante in egual misura di whisky e sigari e appunto prosecco e vini dolci), è una cosa che mi stranisce sempre, come sia assolutamente venduto quasi sempre “in rosa” o con un marketing super specifico.
In compenso qui sto scoprendo vini da un sacco di altre regioni attorno al mondo (dal Sud America alla Nuova Zelanda) che qui sono quasi più in voga dei vini Italiani e Francesi.
Abituarsi ai kilt nei giorni di vento
Lavorando in un negozio di whisky sul Royal Mile, una delle domande che più mi sono state fatte ovviamente è: ma gli Scozzesi cosa portano sotto il kilt?
La risposta potrebbe essere deludente: dipende. Dalla persona, dal contesto, dal tipo di kilt, e così via.
Per esperienza personale, e perché il kilt è usato molto più spesso di quanto si possa credere, condivido due consigli molto pratici. Se siete ad un evento con persone in kilt, non sedetevi sul divano di fronte a loro a fine serata e dopo una serie di whisky se volete evitare un non voluto tributo a Basic Instinct.
In giornate ventose, guardate sempre i vostri interlocutori negli occhi. Ma le sedie davvero sono il luogo pericoloso per eventuali avvistamenti.
Parlando di costumi e cultura locale, una sottoparentesi sulla cornamusa. Ne ho sempre amato il suono e tutt’oggi, al momento giusto, mi viene un po’ la pelle d’oca.
Soprattutto quando sei in giro e senti un suonatore in lontananza, che magari sta facendo pratica a casa.
Quando però le hai a ripetizione giornalmente davanti al posto di lavoro, un po’ della magia passa. Un po’ come con i dolci: ti fanno stare bene fino a che non ne fai indigestione.
Porte aperte al mondo naturale
Sarà che sono una persona abituata alle colate di cemento delle città, ma vivere nelle Highlands ti fa apprezzare gli spazi aperti e la natura in un modo diverso da quella che ho sperimentato in Italia. Una delle cose fantastiche della Scozia è la possibilità ad esempio di poter campeggiare e camminare quasi ovunque, anche su terreni di proprietà privata, se si segue il codice (che di base è molto semplicemente il buon senso di non lasciare rifiuti e casino dove si passa o pernotta e non accendere fuochi).
Tra i miei conoscenti nati e cresciuti nelle Highlands o in generale a nord della Scozia quasi tutti amano andare a fare wild camping con poche cose essenziali, nuotare in acque che per me sono ghiacciate, ma tutti hanno anche un profondo rispetto per l’ambiente*. Un rapporto di amicizia e rispetto con il mondo naturale che amo molto, e che spero di assorbire un po’ con ogni anno che passa.
*Ovviamente gli idioti che lasciano rifiuti e danneggiano il paesaggio esistono anche qui (una cosa stranissima che fanno qui tra i padroni dei cani è raccogliere gli escrementi dei propri cani e lasciare i sacchettini a lato sentiero o talvolta anche appesi agli alberi, cosa che mi lascia sempre basita), parlo della mia esperienza personale e delle persone che ho conosciuto o incontrato.
Chi ha i denti non ha il pane
Purtroppo una cosa molto triste qui nel Regno Unito è la mancanza di panifici & co. O meglio: quelli che esistono tendono a essere pochi, e se di buona qualità sono quasi tutti molto costosi. Non è un'attività comune come da noi, con il prestinaio di quartiere. Il pane si compra soprattutto nei supermercati, anche in città come Glasgow o Edimburgo dove magari hanno qualche opzione in più.
Ciò detto, tra pandemia e crisi di astinenza da pizza e focaccine, ho imparato a fare qualcosina in casa.
La mia sanità è differente
Su questa sarò breve e sommaria perché in realtà è un vaso di Pandoro, (…scusate parlare di focaccia mi ha fatto venire fame!) che meriterebbe una newsletter a se stante per discuterne.
Insomma, paese che vai, sistema che trovi: in Scozia la sanità è affidata al National Health Service (NHS o servizio sanitario nazionale) Scotland. Ho avuto esperienze pre e post covid, e ovviamente oggi il sistema come in Italia è in crisi.
Molto è passato all’individuo gratuitamente e questo è (era…) uno dei punti di vanto del sistema Britannico. Ma ci sono delle grandi differenze rispetto a cose che avendo vissuto in Lombardia per la maggior parte della mia vita davo scontate.
Una su tutte sono esami di prevenzione che in Italia, probabilmente pagando prezzi calmierati, vengono fatti di routine: esami del sangue, ginecologici, esami di idoneità sportiva…non pervenuti! Devi avere dei sintomi e chiedere al GP (medico di base) di farteli prescrivere. Esistono vie private ma nelle Highlands sono poche o inesistenti e molto costose.
In compenso gli esami passati dallo stato per controlli oculistici sono una bomba e gratis, così come la prescrizione-distribuzione di contraccettivi. Nì per i dentisti che si fanno controlli ma sono molto superficiali se non si fanno le cose privatamente.
Hai riscontrato anche tu alcune di queste differenze? Magari in una visita qui, o vivendo all’estero? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi!
Nel frattempo un grande saluto e buon fine settimana.
E come sempre,
Sláinte!
Bravissima!! Condividero' assolutamente questo articolo! Io sono a Paisley, la cittadina di Paolo Nutini! Se riuscissi a passare da noi, sarei lieta di farti da cicerone!!