Caro lettore, ti chiedo scusa,
Non perchè questa seconda newsletter sia offensiva (non credo), o piena di profanità.
No, non ti ho rigato la macchina, nè mi sono lasciata sfuggire un dettaglio imbarazzante sulla tua vita davanti a persone che non dovevano saperne nulla, puoi contare sul mio silenzio.
In questa domenica uggiosa che idrata in profondità le terre attorno ad Inverness porgo le mie scuse perchè questa è solo il secondo dispaccio che mando su questo potente mezzo che è substack, e già ti tocca sentire parlare di politica.
Ma non è colpa mia, non mi hanno lasciato scelta: le ultime due settimane qui in Scozia sono state un cocktail di sorprese e colpi di scena, e annunci che hanno monopolizzato le prime pagine di tutti i giornali. Anche il nostro, ovviamente.
E allora, visto che mi ripropongo di fare anche un pochino di informazione su queste eteree pagine, non posso esimermi dal fare un piccolo e semiserio riassunto della situazione.
Primi ministri, che pazzerelli
Dirai, che diamine è mai successo di così colossale da dover parlare proprio di politica già alla seconda settimana? Bene, facciamo il punto.
Innanzitutto, una nota rapida di housekeeping: la Scozia è parte del Regno Unito, ma dal 1999 ha anche un governo devoluto. Immaginate di dovervi lamentare di due governi contemporaneamete, non vi viene di empatizzare un po’ con questi poveretti?
Quindi, in teoria per semplificare, il premier del Regno Unito viene chiamato Prime Minister (PM) e quello scozzese First Minister (FM). In pratica, io ancora spesso vado in confusione.
Ma veniamo alle notizione: dall’8 maggio abbiamo un nuovo primo ministro dopo che il suo predecessore, Humza Yousaf, ha dato le dimissioni (dopo aver cacciato i Verdi dalla coalizione al governo) diventando il primo ministro dal mandato più breve della storia del paese (appena oltre un anno).
Adesso la guida del paese, sempre dallo stesso partito (lo Scottish National Party, o SNP per gli amici) abbiamo John Swinney. Che da un po’ l’impressione del banchiere pacato, ma a me ricorda anche molto un Walter White da Breaking Bad sotto camomilla, ma sto divagando. Ad ogni modo con la sua selezione, piu o meno il governo è rimasto stabile e senza troppi drammi. Per chi mi legge dall’Italia: sì, ogni tanto può succedere!
Come se non bastasse, pochi giorno dopo ci si mette anche Downing Street. Il (multimilionario) primo ministro britannico Rishi Sunak, sotto la pioggia battente davanti a casa (che con tutti i soldi che ha almeno un ombrello o uno di quelle bellissime e raffinate mantelline antipioggia in plastica se li poteva anche permettere…ma parere mio) ha annunciato la data per le elezioni generali. Solo che erano mesi che aspettavamo che dicesse qualcosa, e alla fine ha deciso di fare a tutti una sorpresona e segnando la data da mettere in agenda al 4 luglio . Cioè, è un mese emmezzo di anticipo per fare campagna elettorale.
La cosa divertente è che già il giorno dopo era a fare campagna dalle nostre parti (nel porto di Nigg, a nord di Inverness). Hai presente quando da piccoli si giocava a nascondino e c’era sempre quel bambino/bambina che barava vistosamente e tagliava corto il conto alla rovescia…ecco, la sensazione generale è stata un po’ quella.
E mo’ che succede?
Piccola digressione: come ho accennato prima la Scozia (come anche il Galles e l’Irlanda del Nord) ha un governo devoluto, con autorità su economia, educazione, sanità, giustizia, trasporti e altri ambiti.
A Londra mantengono le redini sulle decisioni in politica estera e immigrazione, difesa e sicurezza nazionale, e sui servizi postali (una lista comprensiva è disponibile qui se vuoi andare nei dettagli).
Il problema degli ultimi anni è che è dal 2010 che il Regno Unito è guidato da un governo di destra. La Scozia però ha sempre eletto partiti di sinistra o progressisti da quando ne hanno la possibilità, dapprima con i Laburisti e dal 2007 con lo Scottish National Party, che premono per l’indipendenza dal paese.
Ora, senza stare ad aprire il vaso di pandora che è la storia dei rapporti tra Inglesi e Scozzesi, diciamo che non corre buonissimo sangue tra le due parti e c’è un pochino di frizione.
Da una parte gli abitanti a nord del confine hanno subito decisioni molto importanti, soprattutto in politica estera, da parte di Londra, e le più divisive forse rimangno la gestione del Covid e Brexit, che ha destabilizzato l’economia facendo fuggire la manodopera dei lavoratori europei (per cui la maggioranza aveva votato no, e al momento c’è una propria crisi di personale anche in settori chiave come la sanità). Ultimamente anche il piano di deportare gli immigrati in Rwanda non ha proprio ispirato tanta simpatia.
Ci tengo a precisare che ci sono un sacco di inglesi che si sono trasferiti in Scozia e vivono qui da anni. Attorno a Inverness e sulla costa qui intorno in particolar modo, perchè tanti anziani vengono a vivere in un ambiente più rurale con il pensionamento e ci sono diverse basi militari in zona che portano famiglie da tutto il Regno Unito (e dal Commonwealth in generale) a stabilirsi qui in pianta più o meno stabile.
Dall’altra parte, ai Tories di Londra gli indipendentisti Scozzesi proprio non piacciono, anche se negli ultimi due anni i toni si sono molto affievoliti su quel fronte. Nel 2014 il referendum per staccarsi dal Regno Unito è fallito, ma il voto per la Brexit ha rivoltato le carte in tavola e fino al 2023 circa, con Nicola Sturgeon a capo del governo, l’SNP aveva martellato costantemente per avere un secondo referendum. Poi nel 2023 Sturgeon si è dimessa, e l’indipendenza, sebbene sia rimasta parte dell’agenda del partito, è passata in secondo piano. Diciamo che i due governi ultimamente si guardano in cagnesco, emettendo insulti a mezza bocca.
Tutto questa premessa per dire che le prossime elezioni saranno molto importanti sotto questo aspetto: dopo una serie di decisioni (e persone in carica) imbarazzanti, i conservatori inglesi si sono scavati la fossa da soli e i favoriti per le prossime elezioni sono i laburisti, almeno secondo gli ultimi sondaggi. Quindi forse anche da parte scozzese ci sarà meno accanimento sul tema dell’indipendenza….o forse no? Sintonizzatevi sulle prossime puntate dei Dispacci per ulteriori approfondimenti!
Scherzi a parte, non intendo riempire questo spazio di commentari politici, perchè non è il mio posto e nemmeno il mio obiettivo, ma è un momento importante per la storia degli equilibri del paese, per cui forse mi tornerò a lamentare di (o chissà, magari anche festeggiare) quello che succede in futuro, ed è sempre utile avere delle basi a cui fare riferimento. Se vi interessa la politica Scozzese assolutamente consiglio di leggere alcune testate nazionali tra cui lo Scotsman, The Herald e The National. Se siete dei nerd e volete un sito che si occupa di investigazioni serie, seguite l’ottimo lavoro del team di The Ferret.
Purtroppo (e forse anche normalmente), non ho potere di voto in questa elezione, perchè ho il permesso di soggiorno e il mio status è di settled (stabilito, sistemato) ma non la cittadinanza. Nelle elezioni per il parlamento Scozzese però potrò votare quando avverranno perchè accettano anche il voto dei residenti con legale permesso di residenza. Ma per votare alle prossime elezioni Europee a Giugno, da questo giro dovrei rientrare in Italia per poter votare (mentre fino al 2018 si poteva votare per corrispondenza o in ambasciata ad Edimburgo).
Ad ogni modo, un umido saluto dalle Highlands, e buona settimana!