Ciao, sono tornata! Nel senso che questa settimana questo dispaccio torna ad essere al 100% Scozzese (ok facciamo 95, qualcosina è stato messo insieme all’aeroporto di Londra Gatwick in attesa del secondo volo verso nord).
Oggi vi porto un dispaccio breve e conciso (la Vostra ha attaccato a lavotare il giorno dopo il rientro ed è di turno questo weekend, quindi dire che il tempo è tiranno è un’approssimazione, evviva!).
Veniamo al dunque: questa settimana è accaduto l’impensabile: sono arrivata a casa a Inverness con meno strati rispetto alla partenza nella mattina milanese. Temperature da shorts alle nove di sera non si vedevano da tempo immemore.
Purtroppo è già tutto finito ed è arrivato ieri, preciso come un orologio svizzero, l’autunno, avvolto da una nebbia spessa.
Nell’aria si sentono già i caminetti accesi (io mi fermo alla registrazione su YouTube, resto umile), anche se tutto è ancora verde inizia a sentirsi nell’aria quell’aroma di freddo ed umido che porta il cambio di stagione.
Come ho raccontato in precedenza qui nelle Highlands non c’è effetti un cambio stagione drammatico, si va da temperature più temperate a un po’ più di freschino, ergo ci teniamo il piumino tutto l’anno. Meno oggetti da tenere in solaio, è molto pratica come cosa.
Menu stagionali
Per celebrare l’autunno (ma piu seriamente, approfittando di un invito per una recensione io e il mio partner ci siamo fatti una bella serata gastronomica per il nostro anniversario), siamo andati in un nuovo ristorante sulla Black Isle, Newhall Mains.
Questo casolare-fattoria riadibito a hotel cinque stelle è a una mezz’oretta di macchina da Inverness, immerso tra i campi e altre fattorie. Mucche che ti guardano ovunque.
Quest’anno hanno fatto un bell’investimento nella cucina (prima era sopratutto self-catering) e hanno un nuovo chef da giugno (e anche un sous chefitaliano!)
L’interno è molto lontano dai classici hotel scozzesi, dove dominano pelle e legno nel design degli interni.
Noi ci siamo trovati davanti un ibrido di stili, ma estremamente elegante, tra Europa e oriente.
Per gente con i soldi, quindi avevano pure il campo da croquet (si, quello di Alice nel paese delle Meraviglie). Ma noi ci andiamo per recensire.
Neanche la playlist della serata era quella tipica da ristorante high-end scozzese: da De Andrè a Maracaibo, passando per Prendi Questa Mano Zingara, mi è sembrato di non esser ripartita dalle spiagge liguri.
Il cibo è un altro paio di maniche: la maggior parte del menu è costruito mettendo insieme ingredienti stagionali dell’area.
Quindi abbiamo preso delle capesante meravigliose (dovete provarle se venite in Scozia e vi piace il pesce), un pane fatto in casa e nel forno a legna morbidissimo con yogurt di kefir, grouse (che il traduttore mi da come gallo cedrone, in pratica un fagiano ancora più saporito), un merluzzo corposissimo e dei dessert da leccarsi i baffi (parfait al cioccolato e tortino di caramello salato).
Anche la tartare di manzo, che probabilmente veniva da una degli allevamenti della zona (tenerissimo), sarebbe piaciuta anche a Mr Bean, da sciogliersi in bocca!
Inoltre penso che questo posto abbia il bagno più bello che io abbia mai visto in un ristorante, onestamente. Quindi anche se mangiate pesante, c’è un posto tranquillo e confortevole dove incipirarsi il naso.
Ad ogni modo, le Highlands sono costellate di queste realtà fuori porta, soprattutto per quanto riguarda la cucina di eccellenza.
Alle volte una spesa un po’ più alta (anche se ieri sera i prezzi erano molto più contenuti di quello che mi sarei immaginata, circa £60 a testa), si traduce in un’esperienza superiore.
Insomma, la Scozia ha molto da offrire anche in tema gastronomico. Ve ne parlerò più a fondo in futuro, ma per adesso, devo tornare al lavoro!
Buona domenica, spero di riposo, e come sempre
Sláinte!