Una buona domenica a te che leggi, dovunque tu sia nel mondo.
Oggi non scrivo da Inverness ma da una certa scuola privata a nord di Elgin di cui parlerò probabilmente in una prossima puntata. Lascio una foto della camminata mattutina per stuzzicare un po’ la curiosità.
Ecco, quel bel sole che uno si può godere fino alle circa 8 del mattino prima che arrivino nuvole e pioggia è sempre un buon inizio di giornata, e in questi giorni, con i roventi 12 gradi di inizio giornata, si sta ‘na favola.
Piccola digressione (e forse una nuova potenziale rubrica di consigli di ascolto? Che magari potrebbe diventare più regolare, magari alternata a consigli di lettura e/o film e programmi dalla Scozia?)
Continuando con una digressione nella digressione, praticamente una matrioska: recentemente mi sono intrippata molto con il podcast di true crime Bouquet of Madness (se sei un fan anche tu, palesati-scrivi!), e mi sono iscritta ai loro contenuti extra e sto facendo un’immersione quando giro per i boschi o in macchina o mentre lavo i piatti. Così per caso ho scoperto che una delle autrici ha in passato fatto un episodio tutto a tema Loch Ness nel suo altro podcast Acufeni. Puntata molto molto bella tra storia e leggende che consiglio assolutamente:
Se vi piace il genere e parlate inglese consiglio anche questa bellissima serie che parla di miti e leggende della Scozia. Purtroppo hanno concluso il loro percorso ma le due autrici (Annie MacDonald e Jenny Johnstone) sono due giovani brillanti locali con la passione di mappe archivi e storie che si sono conosciute in un gruppo di stand up comedy. Hanno una passione e una capacità di raccontare meravigliosa quindi se siete interessati in miti e leggende Scozzesi questo è imperdibile per me:
Ma veniamo al racconto di questa settimana (che in realtà è dal weekend scorso, ma visto che domenica mattina mi sono trovata a provare birre e whisky per lavoro, cosa di cui vi parlerò nella prossima puntata, ho preferito aspettare un momento più sobrio per descrivere il tutto).
Il Circuito dei Tre Laghi (più o meno)
Dopo mesi a ripromettermi che avrei ripreso a girovagare un po’ per le Highlands (che sennò vivere qui è uno spreco!), sono riuscita a smuovermi da casa e dalle faccende domestiche, e ho puntato un dito a caso sulla mappa. Insomma, più o meno, non avevo molto tempo e doveva essere qualcosa di pratico.
Viene in mio aiuto quella piccola bibbia che è Loch Ness, Inverness, Black Isle and Affric: 40 Favourite Walks, un libricino con tutta una serie di bellisimi itinerari a portata di zampa.
La selezione è lacustre: no, non Loch Ness, ma dei cugini minori a lato. Il percorso sta sotto il nome di circuito dei tre laghi, che sono il (loch=lago) di Duntelchaig, Bunachton e Loch A’ Chlachain (si, ci sono molte scatarrate in pronunciare questo percorso).
Altro piccolo consiglio pratico: se vi piace muovere le gambe nei boschi o in montagna-collina, una delle risorse più utili di questo mondo se siete in visita in Scozia è il sito Walkhighlands. Ci sono una valanga di percorsi in giro per il paese (non solo le Highlands) per tutte le abilità, con descrizioni molto precise e link a mappe GPS (che mi hanno aiutato non poco a evitare di perdermi in altre occasioni), è una miniera d’oro.
Vivere a Inverness vuol dire avere una cittadina attorno i cui confini con le distese circostanti sono sfumati, quasi impercettibili.
Un attimo stai guidando in un quartiere residenziale andando a 20 miglia all’ora (circa 30km), quello dopo sei su una strada di campagna con il National speed limit (60mph su strade a corsia singola) e solo distese di campi attorno a te. Ovviamente la maggior parte di queste stradine sono anche a carreggiata singola quindi è sempre un simpatico viaggio fatto di tranquillità e sussulti quando un’altra macchina appare da dietro una curva. In generale però tutti sono coscienziosi, senza fretta.
Arriviamo alla piazzola dove parcheggiare con un po’ di fresco e un principio di pioggia. Dieci minuti dopo, scarpiniamo sudati su per una collina sotto al sole. (Quando dico che è importante vestirsi a cipolla non scherzo mica!)
Esce una bellissima giornata con una leggera brezza, un bel cambiamento dalla solita pioggia di traverso. Insomma, è un misto tra stradina asfaltata lungolago, foresta e aperta campagna, quasi tutto in piano.
Come accennato, la cosa bella è che non abbiamo trovato nessuno sul percorso, se non qualche campeggiatore all’inizio e poche macchine (e un trattore che ci ha quasi presi dentro, tipo versione agricola di Fast & Furious.)
Case, quasi non pervenute a parte questa bellissima si chiama House by The Loch e si può prenotare per eventi di gruppo. Poca invidia con questa bellissima posizione vista lago e il giardino curato (quando il mio è una giungla che perfino Tarzan troverebbe troppo disordinato).
In realtà si gira a sinistra appena prima delle casa, ma nonostante il cartello in legno che urla “footpath” (sentiero) ci allunghiamo un po’ per ammirare queste costruzioni.
Poi torniamo indietro e troviamo un erbosissimo percorso che passa a lato della casa (che va bene, non ci saranno molti passanti, ma un po’ d’ansia di avere gente a caso che quarda in casa magari te la mette anche).
Si va su, fino a uno spazio boscoso dietro alla casa.
Trigger warning per il paragrafo seguente: se leggere di un animale selvatico molto sventurato ti fa stare male, passa oltre:
(Purtroppo venti minuti di camminata dopo sono dovuta correre indietro in cerca di un paio di cesoie dopo aver trovato una povera cerbiatta che si era impigliata nel filo spinato di una recinzione. Purtroppo i cavi erano talmente stretti che solo tagliando il fil di ferro (molto spesso) si sarebbe potuta liberare. Purtroppo l’unico essere umano nel giro del circondario era il custode che però non aveva mezza cesoia che funzionasse. Ho chiamato la protezione animali che purtroppo l’ha dovuta addormentare perché era ferita troppo gravemente ed era stata impigliata per troppo tempo. Ecco questa è stata una nota molto triste della nostra visita).
FINE del paragrafo “truculento”.
Per via di questo contrattempo abbiamo dovuto tagliare un po’ la nostra passeggiata (vivia le mappe sempre e comunque!). Per fortuna abbiamo trovato una stradina che ci ha permesso di trovarci davanti a un piccolo cimitero sperduto, prima di portarci sulle sponde del Loch A’ Chlachain (che vuol dire casa di pietra in gaelico, secondo le mie fonti), una zona molto pacifica che mi ha un po’ ricordato dei miei viaggi in Irlanda. Un luogo perfetto per pecore e fate.
Finiamo questa gita improvvisata guidando con prudenza sulla stradina di campagna dove avevamo passeggiato fino a poco prima.
Se ogni tanto vivere in una città con la C maiuscola (Inverness a livello di offerta e infrastrutture non la considererei tale) mi manca per diversi motivi, queste giornate mi fanno riconnettere con il motivo per cui amo vivere qui. Quest’aria, queste viste: le inalo a pieni polmoni, e mi sento meglio.
Buona settimana a te che leggi, e come sempre
Slàinte Mhaith
Well done!!