Non piangere sulla birra versata - La Scozia agli Europei 2024
Da chi di calcio non sa una traversa
È metà giugno. Scrivo questa newsletter in una mattina con 12 gradi (😢) e pioggia a catinelle che da ieri non sembra volersi fermare, e già ha creato qualche simpatica ricreazione lacustre sulle strade principali.
Dreich, si dice qui in Scozia (pronunciato dri+sonora scatarrata finale): quel grigiume e umido che ti penetra nelle ossa, uno stato esistenziale al di là del mero tempo atmosferico. Insieme a wee (piccolo, un cicinin), è una delle mie parole preferite e spesso utilizzata in questa parte del mondo.
Penso che questa parola e questo stato d’animo ben si sposi no con l’anima dei tifosi scozzesi dopo l’apertura degli Europei di calcio a Monaco venerdì scorso.
Una piccola premessa è obbligatoria: il calcio proprio non lo seguo, ne conosco le regole di base ma il mio campo è quello del rugby (occasionalmente seguo tennis, pallavolo e basket, ma a parte il primo forse nessuno di questi ha grande fortuna in Scozia). Quindi non seguiranno discussioni tecniche o giudizi sulla partita che spettano a chi mastica meglio il linguaggio calcistico.
(Apprezzo però i campionati locali e mi sono ritrovata anche nella squadra della mia redazione in una partita benefica. Un gruppo di gionalisti contro la polizia locale. Le abbiamo prese, il mio cane ha fatto invasione di campo, insomma è stata un’esperienza).
Ma in generale amo la cultura sportiva nel suo complesso e vedendo l’entusiasmo di amici e colleghi dopo la qualificazione della Scozia agli Europei 2024, non potevo non raccontare qualcosa dei tifosi dal nord.
Intanto una cosa che mi ha confuso un po’ le idee. In competizioni internazionali come nel caso del calcio e nel rugby ad esempio, Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord competono individualmente. Mentre per le Olimpiadi (e per i vari sport olimpici) competono come Team GB (Great Britain).
Dalle mie ricerche questo è dovuto a un misto di tradizione e di requisiti dei comitati sportivi per queste competizioni, ma è un aspetto che mi aveva molto incuriosito nel momento in cui ho realizzato questa differenza).
Ma torniamo alla Caledonia. I tifosi Scozzesi di calcio si fanno chiamare Tartan Army (l’esercito in tartan), e sicuzamente sanno farsi riconoscere in giro per il mondo.
Se la tua tradizione culturale include uno strumento potente come la cornamusa, e se siete in tanti a suonarla, vi farete sentire fino in capo al mondo.
Parliamo di musica: se vi è capitato di assistere a una partita di calcio o rugby della nazionale Scozzese, vi sfido a dimenticare la pelle d’oca che l’inno nazionale Flower of Scotland mette quando risuona in coro dagli spalti. Forse è sempre quel tocco di cornamusa che è unico e inimitabile, e un po’ il significato delle parole (senza troppi mezzi termini, rimandare l’esercito inglese a casa, che ci pensino due volte prima di provare ad invaderci la prossima volta) che da forza a questo inno. Che in realtà risale agli anni 60 ed è stato scritto dal musicista folk Roy Williamson.
In Scozia il calcio è sicuramente lo sport più seguito fra tutti, ma c’è un buon seguito anche per il rugby e il golf (che proprio sono uguali no?).
Quindi essere selezionati per la partita di apertura degli europei quest’anno ha causato un tumulto non indifferente qui a nord.
Perfino ad Inverness si era parlato di una grande fan-zone nella piazza centrale, progetto che però è poi stato ridimensionato (lo spazio c’è, ma è all’interno del palazzetto del ghiaccio che durante l’estate viene sgelato e usato per vari eventi).
In generale questo non è un brutto momento per il calcio scozzese, la cui nazionale ha faticato a qualificarsi per tornei maggiori dalla Coppa del Mondo del ‘98.*
Qualificarsi per due europei di fila è quindi da una parte uno dei migliori risultati degli ultimi anni.
“Battere la Serbia per qualificarci agli scorsi europei è stato fantastico, un’emozione che i tifosi Scozzesi più giovani non avevano mai provato.”
D’altra parte, c’è la preocupazione e lo scontento di non riuscire ad andare oltre i gironi di qualificazione.
*Fonte: il mio amico scozzese Neil, perchè qualcuno ha voluto fare una burla su Wikipedia
Perdere 5 a 1 contro la Germania non è stato proprio un inizio idilliaco e le prospettive non sono ottime per le prossime partite contro la Svizzera e l’Ungheria.
Il mio ex-collega Donald Wilson (che ha anche scritto un libro sulla storia del suo club locale Nairn County, ndr), che ormai è in pensione ed è andato a Monaco per la partita (il figlio ha vinto i biglietti, ogni tanto queste cose succedono!) ha detto che è stata la performance peggiore della Scozia a cui abbia mai assistito (e lui credo sia attorno alla sessantina).
Nonostante la batosta, il clima tra i tifosi resta speranzoso. E soprattutto è molto meno facile e soddisfacente spezzare degli haggis davanti ai tifosi (gli spaghetti si prestano meglio).
Uno dei motivi per cui non seguo il calcio è che detesto i comportamenti di parte dei tifosi. Da studente a Glasgow ho spesso lavorato come steward negli stadi, e mi ricordo ancora come le partite tra Celtic e Rangers fossero uno sfondo quasi assicurato per comportamenti violenti (le partite dell’Old Firm però meritano uno spazio a parte per il loro contesto e significato socio-culturale). I poliziotti a cavallo fuori dallo stadio, Hampden blindato e diviso in settori, come se ci fossero i check point. Non la migliore delle esperienze.
La Tartan Army ha invece una buona reputazione quando vanno in giro (si, immagino che vivano anche della reputazioni di poter bere qualche birra in più della media). Quindi è una squadra che seguo anche più volentieri proprio per questo (e poi insomma, vuoi mettere i kilt e le cornamuse?)
Insomma, che seguiate il calcio e gli europei, o che preferiate altri sport, o leggere, o lavorare a maglia (o tutto insieme) ecco, passate una buona settimana, e spero che sia meno dreich di questa!
Sláinte,
Federica