Madainn mhath e buona domenica!
Nell’uovo di pasqua, quassù abbiamo trovato un po’ di sole e caldo, quindi finalmente posso ricominciare a scriverti dal giardino.🪻
Mentre scrivo (di sera, orario aperitivo, lo giuro!) ho di fianco uno spritz casereccio (fatto con tale prodotto della illustrissima marca ‘Bitterol’ e un prosecco che mi lascia un po’ perplessa, ma mischiando tutto funziona), e i fiori attorno che iniziano a sfiorire e a fare corriandoli nel vento. Anche se il mio ciliegio ha buttato fuori una bellissima chioma bianco-rosata mentre ero via e al mio ritorno mi ha salutata come fosse un cane scodinzolante, schiaffeggiandomi con l’aroma dei suoi petali.
Allora, ce ne sarebbero di cose da dire - c’è stato l’anniversario della Battaglia di Culloden e è iniziato il periodo esami scolastici, la cui struttura è diversa sia da quella italiana ovviamente che da quella inglese, e quindi niente io ancora faccio casino a orientarmici. E poi ancora, altre idee: Cosa si fa qui a Pasqua? (caccia alle uova in giardino). Come è stata presa qui la morte del papa? (La Scozia ha un patchwork religioso interessante, in cui si inserisce anche il cattolicesimo. Quindi in generale, a parte John Swinney mandato ieri ai funerali e qualche espressione in tributo, come reazione è stata decisamente tiepida rispetto alla risonanza che ha avuto in Italia).
Dulcis in fundo, un omicida ergastolano è uscito a farsi una passeggiata tra Edimburgo e Glasgow (avvistato a 10 minuti da dove abitavo all’epoca). Per fortuna lo hanno fermato mentre prendeva l’autobus. E poi si dice che qui non succede niente?
Ad ogni modo, troppe cose tutte insieme e il mio cervello va in vacanza con Mago Merlino ad Honolulu.
Quindi fino a giovedì non avevo un’idea precisa di cosa parlarti. Poi, mentre tornavo in moto dal lavoro, mi è passato di fianco una persona che è una piccola grande istituzione di Inverness, e ho pensato fosse una bella storia da raccontare.
E poi, per scaldarsi, un po’ di sano fuoco pagano.
Pront*, partenza, via alle danze.
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Il cantastorie di Inverness
Che sia sole o che sia pioggia, è quasi impossibile passare per le strade del centro di Inverness senza incrociarlo.
Completo grigio, cappello da un’altra epoca appoggiato sui capelli grigi raccolti in una piccola coda, chitarra in spalla e dalmata al guinzaglio. Un po’ ricorda uno dei protagonisti de La carica dei 101. Indossa sempre un sorriso gentile e sereno — le strade del centro sono quasi come casa.
Lui è John Casey — professione: busker, artista di strada. E di strada ne ha fatta, quando si è trasferito ad Inverness nel 1993 da West Lothian (vicino ad Edinburgo).
All’epoca era arrivato nella capitale delle Highlands con il suo cane Frank, ma trovare un locale dove suonare e dove poter portare il suo compagno a quattro zampe non fu compito facile. Allora, iniziò a riempire le strade con la sua musica.
Dopo qualche baruffa con altri buskers locali e varie vicissitudini, John ha il suo angolo personale all’interno del Victorian Market, che gli permette di suonare ed allietare i passanti anche nelle giornate di freddo e pioggia. In realtà è l’unico artista di strada a cui sia permesso suonare nel mercato coperto (eccezion fatta per la zona ristoranti nuova, in cui hanno anche messo una piccola zona per musica dal vivo in caso di eventi a vario titolo).
John regala sorrisi, con cover di ballate rock e musica classica, ma mai folk scozzese, che ci sono abbastanza artisti a provvedere per quel genere.
(* se vuoi sentirlo in video, clicca qui, perché Substack ha deciso di fare il difficile a farmi incorporare video in questo spazio)
Continua a suonare, sempre con il suo fido compagno accucciato di fianco, e ormai la comunità lo ha adottato, è conosciuto un po’ da tutti, che siano locali o visitatori. E questo affetto verso John si sente, anche nel momento del bisogno.
Come quando, cinque anni fa, la sua dalmata Emily lo ha lasciato. Anche lei, come Polkadots in precedenza, era ormai l’ombra del cantastorie, che con la sua morte aveva subito un grosso lutto.
Per colmare quel vuoto, nel giro di poco, una signora a cui era nata una cucciolata di dalmati, decise di regalargli il piccolo Moby, un cucciolo nato sordo e per cui lei cerava qualcuno che gli stesse sempre accanto. Oggi Moby è la sua ombra, e riposa accucciato vicino a lui quando suona, incurante dei suoni e schiamazzi della città.
Non credo di aver mai visto John in giro senza Moby — è come se quel guinzaglio rosso fosse un cordone ombelicale tra i due.
Con John ho parlato per la prima volta poco dopo la pandemia, in un periodo in cui aveva un forte disturbo alle corde vocali, non sapeva se avrebbe potuto riprendere a cantare. Nel frattempo la chitarra prestava la sua voce.
A ulteriore dimostrazione di quanto sia benvoluto: pochi giorni fa purtroppo la sua chitarra si è rotta dopo una caduta (da cui lui è uscito illeso). Dopo un post messo sui social media dall’associazione che si occupa di rappresentare e promuovere gli esercizi del centro, chiedendo se qualcuno aveva una chitarra d’avanzo, John avrebbe potuto aprire uno studio con una decina di chitarre diverse. E ora gira con la sua nuova chitarra.
John è un po’ lo spirito buono di questo centro città Scozzese. Una gentilezza disarmante, l’amore per la musica e per le persone che incontra sono sempre una boccata d’aria fresca.
Quindi, se anche tu ti trovi a passeggiare per le piccole vie del centro di Inverness, guardati attorno — e se vedi un cappello grigio seguito da un quadrupede in bianco e nero, magari sorridigli, siediti e ascolta.
Fuoco e luce: il festival di Beltane
Questo dispaccio cade più o meno a fagiolo a livello cronologico — guardando indietro al mio piccolo archivio di fotografie, infatti, mi sono ricordata che è questo il periodo (la sera prima del primo maggio) in cui si celebra il festival del fuoco, Beltane. E sono tornati i ricordi di questa esperienza quasi surreale, un po’ mistica, un po’ folle.
Edimburgo, città in cui il teatro è il santo patrono, la performance di questo rituale pagano, che chiude l’inverno per abbracciare i mesi estivi, la rinascita della natura e le lunghe ore di luce, è un’esperienza immersiva e quasi alienante. Nel suo senso più catartico.
Gli spettatori arrivano sul calar del sole a Calton Hill, una collina in pieno centro città. Dopo una lunga coda e una breve ma intensa salita, si arriva su questa collina su cui si trova un pout-pourri di architetture, da un templio greco alla torre dedicata all’Ammiraglio Nelson. Su questa piccola vetta, che sovrasta la città, iniziano a passeggiare e danzare fate e spiriti colorati, che piano piano si preparano alla processione che inizierà al calare del sole.
La notte presto si illumina di fuoco. Torce e spettacoli pirotecnici prendono il posto delle stelle. Satiri, spiriti e altre forze naturali si muovono nella notte.
Lo spettacolo dura diverse ore, il centro focale del quale è la processione guidata dalla regina di Maggio e dal Green Man, l’uomo verde, punteggiata da diverse stazioni in cui il loro passaggio viene assistito o reso più difficoltoso da forze avverse al loro arrivo.
Il bagno di folla, la quantità di attori che fanno parte della processione — sembra, per una sera di essere in un altra dimensione.
Beltane nasce come festival Gaelico — ma questa versione moderna fu introdotta a Edimburgo alla fine degli anni ‘80. Anche se può essere considerata un’attrazione per turisti, io la conservo ancora come un’esperienza un po’ mistica, magica, in cui perdersi un po’. Ritrovando un po’ quel bisogno ancestrale di celebrare le stagioni.
Quindi, a te che leggi — buona rinascita, buona primavera.
Consiglio della settimana 🎧
Oggi un piccolo consiglio per chi ama i podcast — Wild For Scotland (in inglese) è un bellissimo progetto chi vuole scoprire la Scozia un po’ più selvaggia e indomita. Consigliato per chi vuole pianificare qualche visita speciale o se hai bisogno semplicemente di una piccola dose di Scozia nella tua giornata.
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!
Leggendo di un Busker in arrivo da Edimburgo, il mio cuore è volato lassù, ma molto indietro nel tempo, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. L'epoca d'oro della Incredibile String Band, che senza perdere le radici del folk scozzese le intrecciò felicemente con altre culture musicali di altre latitudini. Sulle strade della Scozia girarono parecchio, fino ad arrivare ai grandi festival giovanili in Inghilterra e Europa.
E poi, la Calton Hill di cui racconti mi riporta ad una bellissima passeggiata fatta ormai tanti anni fa, in un ottobre dalle splendide tinte scozzesi, con te come guida. Indimenticabile!