“Ma tu, che cosa ci fai qui in Scozia?”
Un piccolo racconto di viaggio e di sapori in omaggio alla giornata internazionale del whisky.
Da anni ormai, da ogni nuova persona che incontro, ricevo la domanda: “Ma tu, che cosa ci fai qui in Scozia?”
La mia risposta è sempre: “Per il clima, e per il whisky.” E solo una delle due opzioni è una burla.
La prima volta che sono entrata all’interno di una distilleria di whisk(e)y è stato durante il mio viaggio di maturità in Irlanda.
Dopo giorni camminando tra scenari da fiaba, guardando i paesaggi dal finestrino degli autobus e spargendo qualche lacrima intorno tanto mi sentivo piena di quella ineffabile bellezza, valichiamo il confine con l’Irlanda del Nord arrivando nella Contea di Antrim.
Il nostro ostello per la notte era a distanza camminabile sia dalla Giant’s Causeway che dal paesino di Bushmills, sede della distilleria di whiskey più antica del mondo (o, meglio, quella che ha la licenza per produrlo da più tempo).
Non ho piu foto di quella visita, e pochi ricordi sbiaditi. Mi ricordo di aver assaggiato un misto di whisky e miele, che forse era in realtà il primo di molti hot toddies. Mi ricordo il fish and chips prima del tour della distilleria, così unto da dare visioni profetiche. Mi ricordo la lunga camminata di rientro all’ostello, perchè dopo una giornata fuori, un fritto pesante come il contenuto di una betoniera e qualche cicchetto, un’ora di cammino per sentieri rurali non è proprio una passeggiata (ba-dum-tsss).
Ma forse quella visita è stata un po’ il tassello iniziale di una catena di pezzi di domino che mi hanno portata qui e ora, piu di dodici anni dopo, a scrivere questa prima lettera, blogpost, o come lo vogliate chiamare, dalla mia casetta nelle Highlands Scozzesi, e con un bicchiere di whisky in mano (o momentaneamente sul tavolo mentre scrivo).
Da quel momento ho iniziato a scoprire il whisky nei bar milanesi, spesso ricevendo occhiate curiose da baristi e camerieri. E poi la scoperta del Milano Whisky Festival, vicino alla casa dove mi ero appena trasferita con mia madre. Una presentazione di un libro meraviglioso che mi apre il mondo della degustazione, quella fatta a fondo con un Glendronach Cask Strength - sono stregata. Mia madre che, complice, mi regala una bottiglia di quello stesso imbottigliamento (e una di assenzio, doni che lasciano abbastanza di stucco da parte di una mamma astemia).
E poi un’altro viaggio in Irlanda (da cui sono state tratte le foto di cui sopra), un periodo post laurea dove seguo corsi online di viticultura e agronomia sostenibile (dopo una vita passata a odiare le scienze e amare con visceralità le lingue e culture straniere), una parentesi in Russia in cui mi tuffo nel mondo delle birre artigianali locali, finendo in una cittadina sconosicuta sulla Volga dove però, molto casualmente, esiste un piccolo museo della birra.
In questo periodo inizio a scrivere i miei primi Dispacci (ora russi, che diventeranno poi scozzesi) per il giornale locale Milano Sud. Mi riparte il pallino del giornalismo. Trovo dei Master a prezzi ridotti per studenti europei in Scozia (ah, che bei tempi prima della Brexit!). Ci penso. Una compagna di rugby malata di Scozia mi contagia, e mi dicono che se il mio cuore si è fatto poltiglia per la verde Irlanda, aspetta solo di vedere la Scozia da lontano.
L’estate del 2017 prendo un volo per Glasgow, e a questo giro è di sola andata. Studio giornalismo, inizio un blog su whisky e birre, le storie che circondano i prodotti e le persone che li producono. A distanza di treno ho accesso alle distillerie piu rinomate. Giro, scopro, imparo. Inizio a scrivere per la rivista di whisky Cask & Still e poco dopo inizio a lavorare alla Scotch Whisky Experience ad Edimburgo. È un anno di formazione intensa, tra corsi teorici e degustazioni molto pratiche. È soprattutto attraverso il whisky - al lavoro, agli eventi e i festival - che nascono bellissime amicizie che porto tutt’ora con me.
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Poi un lavoro da reporter si apre a Inverness, dove mi trasferisco senza lasciare però mai evaporare la passione per la bevanda nazionale Scozzese. Durante il Covid continuo a scrivere e a tenere degustazioni online per persone da tutto il Regno Unito. In qualche modo, questa bellissima comunità mi tiene sana nel periodo dell’isolamento più totale.
E qui vivo tutt’ora, con il mio fidato bodyguard a quattro zampe Chewie.
Perchè scrivo tutto questo? Per dipingere una sorta di contesto all’interno del quale inserire questa pubblicazione nei mesi a venire, presentare una piccola parentesi di chi scrive.
Da giornalista in una comunità relativamente piccola come Inverness (che è una città un po’ per modo di dire) ogni giorno incontro piccole storie stupefacenti.
Quindi lo scopo di questa newsletter-blog è quella di raccontarvi un po’ la mia Scozia e una parte integrante della sua economia, che è proprio il whisky.
Allora ecco, per celebrare questo World Whisky Day (che era ieri ma sono vecchia e vado a rilento), volevo dare inizio a questo nuovo piccolo spazio, per chiunque voglia avere una piccola finestra aperta sulla Scozia.
Come si dice da queste parti, Slàinte Mhath!
(alla salute!)