Ciao e buona domenica!
Spero che la tecnologia ti sorrida più che a me questo finesettimana: ovviamente avendo in mente di passare una giornata tranquilla a mettermi in pari con un po’ di scrittura e progetti personali, il mio laptop ha deciso che oggi non potrò usare le lettere U, I, O, P e le frecce direzionali. Dopo aver cercato (per poco, non ho molta pazienza) di venir fuori con parole che non contenessero queste lettere, mi sono arresa e ho attaccato la tastiera datami in gestione dall’ufficio (sst, che resti tra noi) onde evitare il manicomio.
Oggi qui a Inverness è una meravigliosa giornata autunnale, e dopo una bella passeggiata con il mio copilota Chewie, sedersi a scrivere con un tè caldo e musiche celtiche rilassanti è un balsamo per lo spirito dopo una settimana abbastanza intensa.
Ma ciancio alle bande, come forse avrebbe detto Giurato (pace all’anima sua e a tutte le risate che ci hanno regalato i suoi ingarbugli linguistici). Vi avevo promesso di parlarvi della mia gita su Islay e quindi…cominciamo!
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Un’isola, 3000 abitanti, 10 distillerie (emmezzo)
La mia prima gita su Islay (che si pronuncia AILA), nel 2018, la ricordo come uno dei più bei momenti qui in Scozia. Ero partita alla fine del mio anno da studentessa a Glasgow, tenda in spalla e tante speranze (e qualche preghiera, più che altro per il meteo).
Sull’isola si arriva o in aereo da Glasgow (costosino) o con un traghetto che parte da Kennacraig, sulla penisola (quasi letteralmente, cercatela su Google Maps!) del Kintyre.
Questa perla delle ebridi meridionali è meravigliosa per le sue spiagge, la sua fauna ma, soprattutto, è una meta agognata degli appassionati di whisky, soprattutto torbato.
Infatti su Islay, un’isola con circa 3000 abitanti stabili durante l’anno, ci sono dieci distillerie di whisky (e una nuova in costruzione tra Port Ellen e Laphroaig).

Festa granda sull’isola
C’è un evento in particolare che richiama l’attenzione sull’isola l’ultima settimana di maggio: il Fèis Ìle (la s me la pronunciate come sh in inglese o il sc di sciagura, per qualche nota in più sul Gaelico in Scozia, leggi il dispaccio precedente) ovvero il festival di Islay.
All’inizio questo era un festival per celebrare la cultura dell’isola, ma con 7 distillerie molto importanti (Laphroaig, Lagavulin, Ardbeg, Bowmore, Bunnahabhain e Caol Ila, mentre le altre sono più recenti) all’epoca del primo festival e il boom dell’industria del whisky degli ultimi decenni, oggi è il whisky ad attrarre le folle e durante il festival la popolazione dell’isola va oltre 10,000. Ogni giorno del festival è dedicato a una distilleria in particolare, e ciascuna ha la propria festa con musica, masterclass e tanto whisky, anche se ci sono eventi su tutta l’isola costantemente.
La cosa meravigliosa è la comunità che si crea in questo periodo. Tornando alla mia prima visita, in tenda e facendo autostop, ho fatto delle bellissime esperienze (tra cui svegliarmi affacciata sulla spiaggia, dormire di fianco a Laphroaig, e anche esser quasi volata via con la tenda cercando di fare campo a Machir Bay) e fatto conoscienza con un gruppo di amici con cui tutt’ora organizzo gite ad Islay e altre distillerie.
Altro giro, altro regalo
Questa gita è stata diversa da tutte quelle precedenti. Intanto ottobre è un mese molto tranquillo per l’isola (anche se c’erano più turisti del solito, dicono che la stagione turistica si stia allungando), i colori e l’atmosfera sono diversi da quelli del Fèis. Siamo arrivati via aria, per un pelo perchè a causa del mal tempo stavamo per far dietrofront a causa della scarsa visibilità sulla spiaggia che ospita la pista d’atterraggio. Invece, una mezz’oretta dopo esser partiti da Glasgow, eccoci qui!
A questo giro ero lì per lavoro (lo dico sempre, il giornalismo paga abbastanza male ma quando escono fuori queste cose non mi lamento assolutamente), e siamo stati ospitati nei cottage davanti alla distillerie di Bowmore, che una volta erano usati da chi lavorava in distilleria, poi sono stati riconvertiti in spazi di vario genere (tra cui un videonoleggio per qualche tempo), e quest’anno sono stati rimessi in sesto per creare degli alloggi per visitatori.
Il nostro gruppo è stato messo nella Old Bakery (dove una volta vi era effettivamente un forno), che ha sette stanze (la capienza massima è circa 14 persone) con bagno privato, una cucina e un salotto gigante con caminetto e un bel giardino interno). In più la distilleria è letteralmente a due passi! (uno dei cottages accetta anche cani).
Bowmore è uno dei paesi più grandi sull’isola ed essendo molto centrale è una base molto comoda per visitare il resto dell’isola. La distilleria è una delle più vecchie di Scozia, così come uno dei suoi magazzini. Bowmore è situata sulla spiaggia alla fine della strada principale, che si collega alla pittoresca chiesetta rotonda che veglia sul paese. La leggenda narra che questa chiesa, risalente alla seconda metà del ‘700, fu costruita su pianta rotonda per evitare che il diavolo potesse nascondersi in uno dei suoi angoli. Ma, con una distilleria a pochi passi, e sei Satana, vuoi resistere alla tentazione? Si dice che il demonio si sia nascosto in uno dei magazzini contenente le botti in maturazione. Da diversi anni sul mercato sono state rilasciate bottiglie di Bowmore, edizioni speciali chiamate Devil’s Cask, la botte del diavolo, proprio in tributo a questa leggenda.
La distilleria ha ancora i suoi maltaggi ad aia (a terra), ed è nella sua forma, molto tradizionale. Il whisky prodotto da Bowmore è torbato ma in modo abbastanza delicato, e tende ad avere note dolci grazie all’uso di botti di sherry (viene usato anche whisky maturato solo in botti di bourbon che è più leggero e vanigliato). Un’assoluta goduria se ne mettete un po’ in una cioccolata calda fumante.
Abbiamo anche visitato Laphroaig, che forse è più conosciuta in Italia, ma forse anche più “temuta” per il supi whisky molto torbato e salino, con un sentore di medicinale (infatti durante gli anni del proibizionismo veniva passato in America proprio come medicina!). Ma è una distilleria stupenda, anch’essa con le sue zone di maltaggio in cui il pavimento di uno stanzone viene ricoperto di orzo e fatto germinare.
A questo giro siamo anche riusciti a visitare l’interno dei kiln, ovvero le fornaci usate per essiccare e affumicare l’orzo. Non sarei voluta più uscire, tanto era buono l’odore di torba impregnata nella stanza!
Laphroaig è anche su una bellissima piccola baia, molto molto pittoresca, in cui spesso fanno capolino foche e lontre. Nell’entroterra, siamo andati a vedere la riserva d’acqua della distilleria.
Armati di binocoli e una buona guida, abbiamo visto diversi tipi di cervi, e due specie diverse di aquile volteggiare nel cielo tra corvi imperiali. Insomma, se vi piacciono le bestie selvatiche, Islay è un ottimo posto per osservarle.
E anche se vi piace mangiarle (se siete vegetariani potete saltare questo paragrafo). Su Islay penso di aver mangiato il pesce e i frutti di mare. Se venite sull’isola, provate assolutamente le mazzancolle (langoustines, se sono pescate in giornata sono spaziali), le cozze oppure le ostriche, che potete anche assaggiare con un goccio di whisky. Merita! Troverete anche carne di cervo (venison) e agnello che sono piuttosto popolari sull’isola.
Ci sarebbe un trattato da scrivere su quest’isola. Probabilmente ce ne sono già molti, ci metto la mano sulla torba. E sicuramente ne scriverò ancora, magari con più attenzione alle varie distillerie (ti potrebbe interessare?)
Per ora vi lascio con questo assaggio. E se passatein Scozia, davvero è una meta meravigliosa da visitare. Non solo per il whisky, ma per i suoi paesaggi mozzafiato, la sua storia e le storie dei suoi abitanti. Gli Ileach (abitanti di Islay) sono incredibilmente accoglienti, anche nonostante il delirio portat dal turismo negli ultimi anni.
Insomma, se visitate le sue sponde, spero vi innamorerete della sua tranquillità, dei suoi tramonti e scorci su un orizzonte senza fine. Il tempo scorre scandito dalle onde, dal vento, impregnato dall’aroma del malto in fermentazione e dalla torba, e dal whisky che matura silenzioso sull’isola.
Consiglio della settimana 📖
Visto che parliamo di whisky, oggi condivido il libro che un po’ fu galeotto della mia passione.
Al tempo in cui aveva appena iniziato a inzuppare i piedi in questo mondo, mi arriva scopro che vicino a casa si tiene il Milano Whisky Festival. è festa.
Uno degli eventi è una masterclass con gli autori di Iconic whisky. Single malts & more. La guida degli esperti alla degustazione, in italiano tradotto dalla casa editrice l’Ippocampo.
Il whisky scelto per la dimostrazione, un Glendronach Cask Strength (batch 7). Quello per me è stato un momento saliente nella mia formazione e questo libro una piccola guida spirituale nel mondo della degustazione. è fatto davvero bene e lo raccomando a chiunque abbia voglia di iniziare a giocare con il naso e le papille gustative.
La mia copia purtroppo è andata perduta (temo un prestito mai restituito, rabbia e furore!) ma ne ho presa una nella traduzione in inglese.
Buona degustazione e buona lettura!
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!
Davvero interessante, anche la dritta sul libro. Andare per distillerie mi sembra un ottimo modo di viaggiare. Sarai all'Old Aberdeen Whisky Festival del 26/10 per caso?
Che meraviglia, non sono bevitrice di whisky ma ho sempre voluto visitare Islay e le sue distillerie. Devo decidermi ad andare prima o poi.