Ciao e buona domenica! Qui nelle Highlands è finalmente arrivata la primavera - sole, temperature sopra ai 10 gradi (quindi shorts e canotta sono d’obbligo per i locali) e, per chiunque abbia un cane (o pelle propria) si affacciano anche le amabili zecche.
Oltre a queste belle notizie, questa settimana c’è stata una prima molto carina e ho per qualche minuto invaso l’etere digitale.
Giovedì mi hanno invitata per una chiacchierata con gli host di Radio Eco Vicentino, dove hanno un programma molto carino chiamato “We Love Italia”, un programma dedicato agli italiani in giro per il mondo. Occasione molto bella, gli speaker sono stati super carini e in generale ho scoperto un programma molto bello in connessione con tanti altri expat in giro per il mondo. Se ti interessa la puntata (tutta dedicata ai proverbi e saggezza popolare) si può ascoltare registrata sul sito della radio.
E proprio questa conversazione mi ha ispirato il tema di oggi: questa settimana, per la prima volta in alcuni mesi sembrerebbe che Nessie abbia fatto capolino ancora una volta a salutare qualche turista sulle sponde di Loch Ness. Quindi via con la sigla, oggi parliamo del mostro - o meglio della vita sulle sponde di una leggenda.
Ombre su Loch Ness
Martedì mattina. Arrivo in ufficio con l’idea di avere una giornata calma davanti, con tempo per poter scrivere e fare ricerca su una serie di storie che purtroppo sono finite un pochino nel retro del cassetto. Il sole splende, ho tirato fuori la moto dopo l’inverno, la vita è bella.
Ma non ho fatto in tempo a poggiare lo zaino sulla sedia che un mio collega mi rammenta che oggi sono di turno per le ‘live news’ - ovvero tocca a me tenere gli occhi aperti se succede qualcosa, che sia un incidente in strada, la chiusura di un negozio, qualche annuncio politico…un pout-pourri di cose da tenere d’occhio e su cui scrivere articoli, insomma. Un turno che non amo molto perché vuol dire non avere tempo per lavorare alla mia lista di articoli che rimangono lì, a guardarmi dal quaderno, scritti affranti che sospirano ‘e anche oggi si comincia domani’.
Se non fosse che, poco dopo questa meravigliosa notizia arriva una mail che un po’ mi rallegra la giornata: un nuovo avvistamento di Nessie, risalente al fine settimana, è stato riportato al Loch Ness Centre, un centro che si specializza nella ricerca e divulgazione legata al mito del mostro.
Lo so che ad alcuni potrebbe apparire un po’ frivolo, ma avere una celebrità locale come Nessie nel proprio raggio d’azione per un reporter (almeno, per me) è abbastanza divertente, curioso - e userò quella parola che viene usata un po’ troppo spesso ma che in questo caso ci sta bene - abbastanza unico.

Per noi reporter dell’Inverness Courier, controllare le ultime notizie legate al mostro non è uno scherzo. Abbiamo una sezione intera del nostro sito dedicato a Nessie.
Una delle mansioni di chi è di turno per le ‘notizie in diretta’ è controllare il registro ufficiale degli avvistamenti del mostro di Loch Ness. Che, ormai da diversi mesi, non dava segni di aggiornamenti, quindi ci stavamo preoccupando un po’ per la salute di Nessie.
Ma, quanto pare qualcuno ha intravisto un’ombra dalla riva di Dores Beach settimana scorsa:
Allora, ovviamente è plausibile fino a un certo punto che quello in foto sia un lucertolone gigante. Loch Ness è un lago piuttosto profondo (circa 230m, ci può stare dentro il Golden Gate Bridge) e contiene più acqua di tutti gli altri bacini idrici del Regno Unito. Viene facile pensare che in tutta quell’acqua si possa nascondere qualcosa di affascinante e bizzarro.
Per esperienza personale, quella foto è anche una testimonianza migliore di altre che ho visto in passato e che…ti lascio qui per valutare, e farti qualche risata. (sono tutte disponibili sul sito Loch Ness Sightings.


L’interesse attorno a Nessie è tanto: oltre al Loch Ness Centre e un museo dedicato a Drumnadrochit. Nel 2023 centinaia di persone si sono riunite attoorno al lago per una delle più grandi ‘Cacce al mostro’ degli ultimi decenni.
Chi è interessato si può anche collegare in diretta su una delle webcam su Loch Ness.
C’è tanta fuffa attorno al mostro di Loch Ness. Ma anche un sacco di ricerche interessanti, soprattutto con l’introduzione di nuove tecnologie.
Al mio primo anno di master a Glasgow, mi ricordo ancora dell’arrivo di un’equipe di scienziati dalla Nuova Zelanda che, dopo aver scandagliato i fondali del lago aveva trovato DNA di anguilla, aprendo l’opzione che dietro gli avvistamenti di Nessie negli anni, ci siano in realtà delle anguille giganti.
Prof. Neil Gemmell, che ha guidato questa spedizione, ha recentemente ammesso di voler tornare a Loch Ness per analizzare in serie campioni di DNA presi in diverse parti del lago e confrontandoli nel tempo. Io amo molto lo spirito di Gemmell che, anche se ha già detto che non pensa di trovare un vero e proprio mostro, è interessato a capire meglio l’ecosistema di Loch Ness e a fare luce sull’alone di mistero che circonda questo luogo.
E questa è una visione che condivido. La ricerca ci può dare gli strumenti per comprendere la realtà. Ma le storie sono parte di noi, della nostra umanità condivisa, e danno una forma a questa realtà sconnessa e complessa ce ci circonda.
Sono preziose e non possiamo farne senza.
Dopo cibo, riparo e affetti, le storie sono ciò di cui abbiamo più bisogno al mondo.
Philip Pullman
Da giornalista penso sia importante andare in fondo ai fatti. Ma che ci sia sempre qualcosa da approfondire nelle parole, nelle credenze, nelle mitologie quotidiane.
E poi, la vita è troppo complicata per non divertirsi nemmeno un po’.
Quindi evviva i sorrisi, evviva la fantasia, la curiosità e il divertimento.
Evviva Nessie.
Whisky del mese 🥃
Questo mese sono stata estremamente brava con la mia consumazione di alcool. Una birretta qui e lì, ma ho fatto quasi vita di monaco e il mio fegato ringrazia.
Quindi faccio una breve presentazione di un whiskino che mi è arrivato per posta a sorpresa (il giornalismo raramente paga bene, ma ci sono delle piccole perle e regalini che ogni tanto ci fanno chiudere un occhio sugli stipendi non proprio altissimi) e che sono molto molto felice di aver aggiunto alla mia collezione.
Ti parlo della nuova edizione del Glenmorangie Lasanta - che da un invecchiamento di 12 anni passa a uno di 15.
(piccola nota - nel whisky, gli anni sulla bottiglia indicano l’età del whisky “più giovane” all’interno del mix, perché anche nella produzione di single malt, si usano whisky di diverse annate, e se vedi un age statement sulla bottiglia non ci possono essere whisky meno invecchiati).
Glenmorangie, una distilleria a nord di Tain, produce uno dei single malt più conosciuti a livello mondiale. Piccola curiosità, il brand è di proprietà di LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton), e si vede l’attenzione al dettaglio nel loro branding e nell’arredamento degli spazi del centro visitatori.
Fino a qualche tempo fa, non ero una fan del classico Glenmorangie - è un ottimo whisky, ma generalmente molto delicato e floreale, mentre io amo sapori un po’ più forti. Poi ho provato le altre espressioni che producono e mi sono convertita. Il mio preferito in assoluto è forse il Glenmorangie Signet, che sa di stout e cioccolato ed è meraviglioso. Ma anche abbastanza costoso quindi è una chicca occasionale.
Il Lasanta è una buona via di mezzo per chi come me ama un whisky con una bottadi sherry dentro. Partendo da uno spirito molto delicato, l’influenza dell’Oloroso sherry si sente parecchio. Insomma, è prodotto con whisky invecchiato in botti di Bourbon e altro in sherry. Ed è anche lui una bella chicca da dessert.
👃 Crema pasticcera con frutti di bosco e zucchero a velo, macedonia d frutta fresca, e un po’ di cannella e un sentore speziatino.
👅 Le spezie cantano. Cioccolato bianco cremoso, c’è una piccola nota scura e terrosa, quasi di tabacco dolce. Retrogusto dolce e succoso di frutta matura e cenere.
Se già l’edizione precedente di Lasanta era goduriosa, questa è tanta roba.
Buona domenica e, come sempre,
Sláinte!